La cucina in acciaio è di Arclinea.
La luminosa palette crema è interrotta dal contrappunto di arredi e finiture nere, che più che creare contrasto sottolineano e inquadrano gli spazi, dandogli profondità. Come le sedie in bambù di Afra e Tobia Scarpa nella sala da pranzo o il tavolino in fusione di vetro nel living, su disegno dello stesso Bernardini, o gli infissi delle finestre. «Il mandato dei committenti era “niente nero”, per non appesantire e rendere buia la casa, ma io uso il nero per dare risalto alla luce, per rifletterla, e alla fine li ho convinti», racconta Bernardini. Le cornici delle porte, in marmo arabescato Corchia («usato nelle statue di età imperiale»), così come un sorprendente bagno in travertino rosso sono ulteriori citazioni della città eterna e della sua storia. «lo sono cresciuto a Roma circondato, immerso in tutta questa bellezza e grandiosità», dice il designer. «Era ovvio che fosse la mia fonte di ispirazione principale. La Roma del Colosseo ma anche quella del Colosseo Quadrato, che si ritrova nel grande portale d’ingresso, alto 4 metri: entri in un primo spazio occupato soltanto da opere d’arte, come se ti trovassi in un museo o in una galleria, poi attraversi il portale e ti trovi nel salone, con la vista sul parco. Una scenografia abitata». Come quella della sala da pranzo, dove le porte specchiate riflettono il verde degli alberi, e danno l’impressione a tutti i commensali, non solo a quelli seduti di fronte alle finestre, di essere circondati dalla natura di Villa Ada. Un progetto “carta bianca”, dove nelle scelte dei progettisti sono stati coinvolti sempre i committenti. «Cerco sempre di mettere del mio, ma quello che voglio è che chi entra in casa tutti i giorni sia contento e si senta bene. Sono entrati nell’appartamento la sera prima di Natale e ci è arrivato subito un messaggio: “Grazie per questo nuovo inizio che ci avete regalato”. La soddisfazione più grande che potessimo desiderare».