Un immobile privato nel quale si erogano servizi per l’Asp di Reggio Calabria, una cooperativa sociale in difficoltà e la società proprietaria della struttura che non riceve il canone di locazione da due anni e ha ormai come prospettiva obbligata quella di vendere e lasciare il territorio.
Della vertenza che coinvolge Arel srl, l’azienda sanitaria reggina e Rinascita onlus, avevamo parlato ospitando la denuncia di Francesco Scambia. ReggioToday aveva chiesto chiarimenti alla dg Lucia Di Furia, che però ha subordinato la sua dichiarazione allo studio delle carte, senza più contattarci. Nel frattempo sono trascorsi ulteriori due mesi e Scambia ha deciso di portare la sua storia all’attenzione del presidente della Repubblica, inviando una lettera inoltrata per conoscenza anche ad Asp e Regione Calabria.
“Illustrissimo signor presidente – scrive – mi rivolgo a lei per sottoporle una vicenda che ha posto la società Arel srl, di cui sono legale rappresentante, in una condizione di grave e ingiusta penalizzazione economica”.
Nella lettera si ripercorre la situazione, che ha al centro un immobile sito a Saline di Montebello Ionico, nel quale una cooperativa sociale si occupa di assistenza psichiatrica in convenzione con il servizio sanitario pubblico: “Nel 2018, l’Asp di Reggio Calabria impose alla scrivente società di trasferire il contratto di locazione di un immobile di proprietà direttamente alla cooperativa Rinascita, che sin dal 1998 vi svolge servizi di assistenza psichiatrica”.
“Da allora, la cooperativa ha accumulato un debito pari a due annualità di canone non corrisposto, addebitando la responsabilità dei mancati pagamenti all’Asp, la quale, riducendo i ricoveri, avrebbe limitato le entrate della stessa cooperativa”.
Spiega Scambia: “Arel si trova oggi nell’impossibilità di disporre del proprio immobile, mentre la cooperativa continua a non versare i canoni e l’Asp si sottrae a ogni
responsabilità, qualificando la questione come un mero rapporto tra privati”.
“Eppure, la stessa Asp continua a garantire il pagamento dei dipendenti della cooperativa: non si comprende, dunque, perché non verifichi anche il puntuale adempimento delle obbligazioni verso i fornitori, soprattutto per un costo ‒ quello della locazione ‒ che per oltre ventitré anni essa stessa ha sostenuto, ben conoscendone la natura fissa e non variabile in base al numero dei ricoveri”.
Nonostante ripetute richieste, continua il rappresentante di Arel, “né l’Asp né la Regione hanno fornito in questi anni alcun riscontro o intervento risolutivo, lasciando la Arel vittima di una situazione che appare originata quantomeno da una carenza di controllo del servizio pubblico o, nel peggiore dei casi, da una volontà di ridurre i costi senza consentire la liberazione, neppure parziale, dell’immobile”.
Con l’amarezza, che già aveva confidato, di aver investito nella sua terra ed essere costretto a valutare di andare via, Scambia si rivolge a Mattarella confidando nella sensibilità istituzionale del presidente e la possibilità che un suo autorevole intervento contribuisca a definire questa annosa e grave vicenda, che coinvolge anche il
sostentamento di numerose famiglie e l’interruzione di un servizio sanitario pubblico.