L’introduzione e la diffusione delle e-bike rende la bicicletta un mezzo di trasporto sempre più diffuso e praticabile anche a chi non ha caratteristiche «atletiche». In altre parole la bicicletta sta diventando un mezzo di spostamento comune non solo nell’ambito cittadino, ma anche nei tragitti a medio raggio, vale a dire anche tra comuni diversi e confinanti. Inoltre sempre più diventa uno sport praticato da tutte le età.
In Italia abbiamo delle regioni virtuose, in cui le piste ciclabili hanno caratteristiche di eccellenza e sono note anche come attrattive turistiche. Sono indipendenti dalla viabilità normale, corrono su percorsi piacevoli e sono ben mantenute.
Percorsi pericolosi, sui ponti non si passa
A Cuneo e dintorni le ciclabili sono delle cenerentole, basti vedere alcune realizzazioni patetiche e non sto ad elencarle per non irritare i sindaci. Sia ben chiaro, chi va in bici o chi ha spirito di osservazione le conosce tutte. Alcune sono vere e proprie pietose parodie di piste ciclabili. Non esistono ciclabili «indipendenti», non esistono percorsi turistici paragonabili a quelli delle regioni virtuose.
Avete mai visto ciclisti amatoriali girare sulle nostre ciclabili? Mosche bianche! Sono pericolose, interrotte continuamente da accessi laterali, discontinue e mal tenute. Realizzazioni recenti, quali ad esempio i ponti su Gesso e Stura a Cuneo, non hanno previsto una corsia protetta dedicata alle biciclette, gravissima lacuna nei progetti, che però si potrebbe sanare se ce ne fosse la volontà. Pare che i nostri Amministratori non siano a conoscenza dei problemi dei ciclisti e che non siano mai andati a fare un giretto turistico in Alto Adige, Trentino, Friuli, senza dover nemmeno uscire dai patri confini ove troverebbero esempi eccelsi nelle nazioni confinanti.
Una proposta per i Comuni
Il nuovo tunnel del Tenda non prevede in nessun modo il transito di biciclette, e si insiste per negarlo anche in quello storico. Secondo me una soluzione ci sarebbe, e non è nemmeno tanto complicata, basta volerlo ed applicarsi. Ogni Comune si deve impegnare a realizzare, nell’ambito del proprio territorio, ciclabili che lo collegano con i Comuni circostanti, mediante uno schema concertato. Le piste devono essere prevalentemente indipendenti dalla viabilità ordinaria ed a questo intento porzioni di strade secondarie possono essere riconvertite a ciclabili.
Un investimento nel turismo
Questo comporta un certo sforzo di organizzazione, alcuni eventuali espropri, anche se le stradine vicinali da utilizzare e riconvertire sono già presenti e numerose.
I percorsi devono essere gradevoli e serviranno anche da base per la creazione di un tessuto ricettivo usufruibile dai turisti, con la creazione di posti tappa, ostelli e così via. Sicuramente si leverà un coro di opposizioni e comparirà un lungo elenco delle difficoltà a realizzare un simile progetto, la risposta è semplice: altri lo hanno fatto e funziona benissimo!
Proviamo almeno con le ciclabili a non fare come con la ferrovia, le gallerie, la viabilità ordinaria, gli invasi, qui ci vogliono meno soldi, basta l’ingegno e la volontà.