A sud delle mura di Lucca, tra la linea ferroviaria e la Contrada di San Concordio, si estende un frammento urbano che per decenni ha funzionato come una cesura. Qui, nell’area un tempo occupata dall’impianto del gas, la cosiddetta ex Gesam, il vuoto lasciato dalla dismissione non è mai stato neutro. Gli abitanti del quartiere la conoscevano come “la Cattedrale”, un soprannome ironico e critico che faceva riferimento alla monumentalità senza funzione del vecchio impianto, ma anche al suo stato di degrado ambientale: sotto i pavimenti si rilevavano concentrazioni anomale di benzene e idrocarburi, e per anni l’intera area è stata percepita come un problema, più che come una risorsa. Oggi, quel nome persiste, ma ha cambiato sfumatura: la Cattedrale è diventata la nuova piazza coperta progettata da Pietro Carlo Pellegrini, che prova a rispondere con un gesto asciutto e deciso al problema, sia fisico che simbolico, della restituzione di una parte di città alla comunità.

edificio dall'altopinterestpietro savorelli

La piazza coperta progettata da Pietro Carlo Pellegrini a Lucca

Il progetto si articola attorno a una grande copertura bianca, sei pilastri e una copertura che non delimita ma perimetra, senza chiudere né costringere. Sotto questa struttura sospesa, due volumi e le loro relazioni ne definiscono lo spazio: un corpo vetrato su due livelli sfalsati e una torre che assolve alla funzione di collegamento verticale con il parcheggio interrato preesistente. L’insieme è risolto con pochi materiali, acciaio, vetro, cemento, e un unico colore, il bianco, che tiene insieme i diversi elementi in una sintesi coerente. Ma non si tratta di una composizione formale né di una dichiarazione di principio: l’intervento lavora per misura, e non per immagine.

edificio con coperturapinterestpietro savorelli

La piazza coperta progettata da Pietro Carlo Pellegrini a Lucca

Il corpo vetrato, che sporge sul lato corto rispetto la copertura, cerca una risposta tra l’equilibrio di pieni e vuoti, tra margini e assialità. Così, al piano terra si sviluppa uno spazio flessibile, riconfigurabile mediante pareti mobili, probabilmente progettato nell’attesa di definire la funzione da accogliere e quindi pensato in un’ottica di essere flessibile per attività culturali, incontri, momenti collettivi. Al livello superiore si trova una piccola sala ristoro con bancone e terrazza, che si apre verso la piazza coperta sottostante. L’effetto è quello di una compresenza di volumi diversi all’interno di una struttura unitaria, in cui l’architettura non si impone ma dovrebbe organizzare.

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La piazza coperta progettata da Pietro Carlo Pellegrini a Lucca

Da inserire all’interno del progetto “Quartieri Social” del Comune di Lucca e, come si legge nella relazione progettuale redatta dall’architetto, “indaga la tematica dello spazio collettivo cercando di restituire un brandello di città al quartiere che è sorto attorno ad esso cercando nel contempo di divenire cerniera fondamentale tra la Contrada di San Concordio, la Stazione Ferroviaria e le Mura cittadine”. È proprio questo tentativo di reinserimento urbano, più che la definizione tipologica o la prestazione tecnica, il cuore dell’intervento. Come già accaduto in altre città con le piazze d’armi dismesse, con le grandi aree industriali o, oggi, con gli scali ferroviari, anche qui si tratta di risolvere un bordo: una soglia che per anni è rimasta invalicabile, e che ora si prova a trasformare in luogo.

edificio dal bassopinterestpietro savorelli

La piazza coperta progettata da Pietro Carlo Pellegrini a Lucca

Non mancano le polemiche, soprattuto quelle riguardanti la distanza percettiva tra la nuova architettura e il tessuto edilizio esistente. In effetti, il confronto con l’intorno è marcato: la piazza coperta si presenta come una struttura esplicita, di scala e linguaggio molto diversi rispetto agli edifici che la circondano, proprio perché l’architettura non cerca mimetismo. Il progetto lavora sul principio architettonico della grande copertura, che affonda le sue radici nelle sperimentazioni del Movimento Moderno, con capostipite Mies van der Rohe, e che qui viene declinato in chiave civile, funzionale, non spettacolare. L’esito non è monumentale, né pretende di esserlo. Anzi, il valore dell’intervento sta forse proprio nel suo equilibrio: nella capacità di restituire senso a uno spazio dismesso senza sovraccaricarlo, di offrire un’infrastruttura aperta che possa essere abitata nel tempo senza esaurirsi nella propria immagine. È anche per questo che la “Cattedrale”, oggi, può essere riletta non come ironia ma come riconoscimento. Non c’è sacralità, ma c’è un’idea di centralità ritrovata.

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La piazza coperta progettata da Pietro Carlo Pellegrini a Lucca

edificio con sopra coperturapinterestpietro savorelli

La piazza coperta progettata da Pietro Carlo Pellegrini a Lucca

www.pietrocarlopellegrini.it

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Sono nato a Napoli, non parlo in terza persona e non curo cose, oggetti, persone o animali. Ho studiato architettura tra il Politecnico di Milano e l’ENSA Paris-Belleville per poi laurearmi in Architettura delle Costruzioni. Mi sono occupato di allestimenti seguendo i progetti di NENDO, scrivo di grandi architetture e sto completando un dottorando in Composizione allo IUAV di Venezia. Nonostante questo, tutto regolare.