La televisione in Italia mantiene il suo primato tra i media, sia in termini di numero di spettatori, sia di risorse economiche, ma negli ultimi anni si sta radicalmente trasformando nella direzione di una fruizione sempre più personalizzata, anche se questo significa acquistare contenuti a pagamento.
Nel 2024 il settore televisivo ha superato nel complesso gli 8,8 miliardi di euro di ricavi e ha registrato un incremento del 7,3% rispetto al 2023, certificano i dati nell’ultima relazione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Cresce la pubblicità che rappresenta il 35,8% dei ricavi complessivi, ma cresce soprattutto la tv a pagamento, abbonamenti e contenuti sui canali tradizionali e online, tanto che l’insieme delle offerte televisive a pagamento continua a rappresentare la principale fonte di finanziamento del mezzo (42,4% del totale).
In crescita anche il canone per il servizio pubblico, che aumenta in valore assoluto, ma secondo una dinamica più contenuta rispetto alle altre componenti di ricavo, “con una conseguente contrazione della loro incidenza percentuale sul totale, che si attesta al di sotto del 22%”.
I primi tre operatori detengono ancora il 69% delle risorse complessive: Rai mantiene la prima posizione (con una quota del 27,3%), precedendo Comcast/Sky (22,5%) e Fininvest (18,9%). Si rafforza ulteriormente l’incidenza delle piattaforme online (tra cui Netflix, Dazn, Tim, Amazon, The Walt Disney Company), che guadagnano porzioni di ricavi, arrivando al 21,5% delle risorse economiche del settore televisivo, con un 13% in più rispetto al 2020. Il dato da registrare quindi è una sostanziale e progressiva disaggregazione del mercato televisivo, tra tv in chiaro e tv a pagamento dove il primo detiene la quota maggiore delle risorse economiche complessive (56,3%) con un valore di quasi 5 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2023 (+4,5%). Ma è la tv a pagamento che cresce veramente, segnando +11,2% e raggiungendo un valore dei ricavi totali che si avvicina ai 3,9 miliardi. Nel 2024 si registra una ripresa dei ricavi relativi alla piattaforma satellitare, che interrompe la contrazione degli ultimi anni. Anche i ricavi da vendita di offerte a pagamento (pay tv e pay per view) e da raccolta pubblicitaria sui programmi pay delle piattaforme tradizionali aumentano del 6,4%, nonostante la loro incidenza sia al di sotto del 45% del totale degli introiti della tv a pagamento: tale effetto è da attribuire al maggior incremento delle risorse generate dalle offerte online a pagamento sul web, le quali, includendo sia le sottoscrizioni di abbonamenti (S-vod), sia la vendita e il noleggio di singoli contenuti (Est e T-vod), crescono del 15,4%.
“I ricavi relativi alle offerte di contenuti audiovisivi online sono, dunque, sempre più rilevanti e raggiungono i 2,1 miliardi di euro nel 2024, con un’incidenza sul totale della tv a pagamento più che raddoppiata dal 2020 (+55,4%)”, a dare la dimensione di una fruizione televisiva sempre più frammentata e personalizzata. L’esame degli indici di ascolto rivela per il 2024 una lieve ripresa del numero complessivo di telespettatori delle piattaforme digitali terrestre e satellitare, rispetto al 2023, sia nel giorno medio (+0,1%) sia nel prime time (+0,5%). I dati della total audience rilevati da Auditel, attestano che il consumo televisivo avviene sempre di più attraverso la connessione ad internet e attraverso contenuti online (tv connesse, smartphone, pc e tablet). Infine da segnalare che in base alla rilevazione di Comscore, che considera esclusivamente il traffico desktop e mobile, non ricomprendendo le tv connesse, il numero degli utenti unici di siti e app delle piattaforme online di video on demand a pagamento si colloca mediamente al di sopra dei 15 milioni mensili (con picchi che si avvicinano ai 16 milioni nei mesi di settembre e ottobre).
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