di
Federico De Rosa e Daniela Polizzi

Vertice straordinario con i consiglieri. Martedì il cda con i conti di Orcel

Alla vigilia del board di martedì per i conti, un vertice straordinario dei consiglieri, all’ultimo giorno per una possibile modifica dell’offerta che termina domani, salvo una proroga a seguito di rilancio. Le opzioni sul tavolo sarebbero la rinuncia alla Ops, che finora ha raccolto adesioni inferiori allo 0,5% del capitale, facendola scadere o una eventuale riproposta. Lo sconto del concambio proposto rispetto al valore di Borsa è ancora del 6%, con una differenza intorno agli 800 milioni.
Alla vigilia del termine per l’Offerta pubblica di scambio su Banco Bpm, il ceo Andrea Orcel ha fatto il punto con i consiglieri. Ieri sarebbe stato convocato il cda straordinario per decidere come procedere con l’istituto di Piazza Meda. Dalla banca parlano di riunioni informali. Tuttavia il consiglio è stato coinvolto. Oggi è comunque in agenda il board ordinario per l’approvazione dei conti e questa potrebbe essere l’occasione per la decisione finale da comunicare al mercato.

Le possibilità in gioco

Tra le opzioni sul tavolo resta la rinuncia all’offerta oppure l’ipotesi di lasciarla scadere per poi riproporla al mercato, anche subito dopo la scadenza dei termini per tenere sotto scacco il Banco con la passivity rule. Altrimenti rinviarla a settembre. Meno probabile appare l’idea che la banca guidata dal ceo Orcel in extremis aggiunga all’attuale operazione una componente cash. Cosa che allungherebbe i termini per l’adesione di qualche giorno. Ieri c’è stata una lieve accelerazione nella consegna dei titoli del Banco a Unicredit: è passato di mano lo 0,25% del capitale che, sommato agli altri titoli portati, porta la quantità totale allo 0,48%. Una quota che resta comunque molto bassa. Lo sconto tra l’offerta di Unicredit e la capitalizzazione di Banco Bpm ieri era ancora del 6%, pari a un valore di 800 milioni. Al là di quanto detto dall’Ue e della sentenza del Tar sui poteri speciali esercitati dal governo sull’Ops, il mercato continua infatti a ritenere non soddisfacente il prezzo offerto.



















































Libertà o preda

Certo c’è da considerare che con la scadenza dell’Ops viene meno la passivity rule per il Banco. Il che significa che l’istituto guidato da Giuseppe Castagna può tornare a essere libero ma anche preda. L’11 luglio il Crédit Agricole aveva annunciato che avrebbe richiesto l’autorizzazione alla Bce per superare la soglia del 20% (dal precedente 19,8%) del capitale di Banco Bpm. L’obiettivo, aveva spiegato la Banque Verte, era di rafforzare il suo investimento ma senza voler «acquisire né esercitare il controllo su Banco Bpm», mantenendo cioè la propria partecipazione al di sotto della soglia di Opa, vale a dire sotto il 25%. Senza l’intenzione di chiedere posti in cda. Se ora Orcel vuole andare fino in fondo deve essere veloce, anche perché l’altra partita su cui è impegnato, la scalata alla tedesca Commerz, appare ferma. Il governo tedesco ha ripetuto più volte di ritenere ostile la mossa di Orcel invitando a fare passo indietro. C’è dunque il rischio che la sua campagna possa finire in un nulla di fatto. Certamente, la sua mossa in Germania si sta rivelando molto più difficile di quanto il banchiere stesse pensando. Soprattutto in questo momento, visto che Unicredit vuole arrivare fino al 29% delle azioni e dei diritti di voto di Commerz.

Il titolo

Anche nel caso in cui Unicredit dovesse rinunciare al Banco, l’effetto sul titolo dell’istituto, sostiene il mercato, sarà mitigato dall’annuncio dei conti che potrebbero anche questa volta battere le aspettative degli analisti. Senza contare che da lunedì dovrebbe ripartire il piano di buyback da 2,6 miliardi da concludere entro l’anno. Il riacquisto di titoli da parte dell’istituto è infatti destinato a sostenere il corso dell’azione che ha corso parecchio facendo segnare un +23% negli ultimi sei mesi.

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22 luglio 2025 ( modifica il 22 luglio 2025 | 11:43)