Maria Triassi, docente di Igiene e presidente della SISPeD. Professoressa arbovirosi emergenti in Italia come West Nile e Dengue: ci può descrivere la situazione attuale riguardo alla diffusione di questi virus in Italia e in Campania? Quanto dobbiamo preoccuparci?

«La presenza della West Nile nel nostro Paese non è più una novità, ma ancora manca una consapevolezza diffusa tra la popolazione. Si tratta di un virus trasmesso principalmente dalla zanzara Culex, che ha trovato condizioni ambientali favorevoli anche in Italia grazie ai cambiamenti climatici, che ne allungano il periodo di attività e ne favoriscono la diffusione. Anche la Dengue, seppure in misura minore, sta facendo capolino soprattutto attraverso casi importati o autoctoni legati a zanzare del genere Aedes, come l’Aedes albopictus, comunemente chiamata zanzara tigre. Quindi è fondamentale che cittadini e operatori sanitari siano preparati a riconoscere e prevenire queste infezioni».

APPROFONDIMENTI

Qual è la gravità dei casi di West Nile e Dengue che si manifestano?

«È importante sottolineare che la maggior parte delle infezioni da West Nile e Dengue decorre in modo asintomatico o con sintomi lievi e aspecifici, come febbre, malessere generale e dolori muscolari. I casi gravi, che includono forme neurologiche o emorragiche, rappresentano comunque una percentuale molto ridotta, inferiore all’1%. Tuttavia, poiché la maggioranza dei casi passa inosservata o non viene diagnosticata, non conosciamo con precisione il reale numero di soggetti infettati, ossia il cosiddetto denominatore. Questo limita anche la capacità di risposta e la pianificazione degli interventi di sanità pubblica».

Esistono vaccini efficaci per queste malattie?

«Attualmente non esiste un vaccino autorizzato per la West Nile, quindi la prevenzione si basa esclusivamente su misure di controllo delle zanzare e protezione individuale. Per la Dengue, invece, è disponibile un vaccino che ha dimostrato efficacia, ma il suo utilizzo è soggetto a precise indicazioni cliniche e deve essere gestito con cautela. La vaccinazione non è ancora diffusa in modo capillare, soprattutto perché la Dengue non è storicamente endemica nel nostro Paese, ma questa situazione potrebbe cambiare nel prossimo futuro».

Quali sono le misure più efficaci che i cittadini possono adottare per proteggersi?

«La difesa più semplice e al tempo stesso più efficace contro le arbovirosi trasmesse da zanzare è prevenire le punture. Questo si può ottenere utilizzando zanzariere alle finestre e sui letti, soprattutto nelle ore serali e notturne, e applicando repellenti cutanei specifici quando si è all’aperto. Inoltre, è fondamentale eliminare qualsiasi fonte di acqua stagnante nei pressi delle abitazioni — come sottovasi, contenitori, pozzetti — perché sono i luoghi preferiti dalle zanzare per depositare le uova. Azioni di pulizia e manutenzione dell’ambiente domestico e urbano sono quindi determinanti per ridurre la proliferazione di questi insetti».

Che ruolo hanno le istituzioni sanitarie e la ricerca in questo contesto?

«La sanità pubblica ha il compito di monitorare costantemente la diffusione di queste malattie attraverso sistemi di sorveglianza epidemiologica integrata, che comprendono anche il controllo delle popolazioni di zanzare. Inoltre, è necessario promuovere campagne di informazione per sensibilizzare i cittadini sui comportamenti preventivi da adottare. Sul fronte della ricerca, sono indispensabili investimenti per migliorare la diagnostica, sviluppare nuovi vaccini e terapie antivirali, e comprendere meglio l’ecologia delle zanzare e i fattori che influenzano la trasmissione virale».

Cosa direbbe ai cittadini che spesso sottovalutano queste malattie?

«Vorrei sottolineare che la prevenzione è una responsabilità di tutti. Le malattie trasmesse dalle zanzare sono spesso percepite come problemi lontani o trascurabili, ma con i mutamenti climatici e la globalizzazione stanno diventando una realtà anche nel nostro Paese. Non bisogna farsi prendere dal panico, ma bisogna aumentare la consapevolezza e adottare comportamenti responsabili. Solo con un impegno collettivo possiamo ridurre il rischio di epidemie e proteggere la salute pubblica».

In qualità di Presidente della Società Italiana di Sanità Pubblica e Digitale (SISPeD), quale messaggio vuole lasciare a colleghi, istituzioni e cittadini?

«Come Presidente della SISPeD, vorrei rilanciare il ruolo strategico delle nuove tecnologie digitali nella gestione delle emergenze sanitarie come quelle rappresentate dalle arbovirosi. Strumenti innovativi di sorveglianza epidemiologica, intelligenza artificiale, sistemi di comunicazione rapida e piattaforme informative sono fondamentali per una risposta tempestiva e coordinata. La sanità pubblica deve essere agile, integrata e tecnologicamente avanzata per affrontare sfide sempre più complesse. Invito tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini, a collaborare attivamente, investendo in prevenzione, ricerca e informazione. La salute pubblica è una responsabilità condivisa e solo con la consapevolezza e l’impegno comune possiamo garantire sicurezza e benessere a tutta la comunità».