“Respingiamo con forza la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano di lanciare un’ulteriore operazione militare su larga scala a Gaza”. L’opposizione della comunità internazionale ai piani di Benyamin Netanyahu di prendere il controllo di Gaza City, sfollando più di un milione di palestinesi, è passata in una notte dalle condanne di singole cancellerie a una dichiarazione congiunta di nove Paesi, Italia compresa. Tutti convinti che estendere la guerra nella Striscia “aggraverà la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e aumenterà il rischio di un esodo di massa dei civili”, con il “rischio di violare il diritto internazionale”.

Nel testo si ribadisce la necessità di “un cessate il fuoco immediato e permanente, che consenta anche la fornitura di un’adeguata assistenza umanitaria” a Gaza dove la situazione è “catastrofica”. Si intima a Hamas di “rilasciare tutti gli ostaggi”, invocandone “la smilitarizzazione” e la sua “esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia, dove l’Autorità palestinese deve avere un ruolo centrale”.

La dichiarazione, inizialmente firmata dal ministro italiano Antonio Tajani e dai suoi colleghi di Germania, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, ha lo scopo di cucire una posizione comune, anche di fronte a un tollerante silenzio degli Stati Uniti, senza però arrivare a uno strappo del fronte occidentale.

Con il passare delle ore, si sono poi aggiunte anche Canada, Austria, Norvegia e la Francia di Emmanuel Macron, determinato a riconoscere lo Stato di Palestina a settembre per mettere Israele di fronte al fatto compiuto. Riconoscimento considerato prematuro da Roma e Berlino che insieme hanno spinto per arrivare alla dichiarazione congiunta. Nella nota si sottolinea infatti l’impegno comune “a favore dell’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata”. Non manca tuttavia in queste ore il pressing su Giorgia Meloni, da ultimo quello di Cgil, Cisl e Uil, a “riconoscere lo Stato di Palestina, al fianco dello Stato d’Israele, con uguali diritti e responsabilità”.

Video Gaza, partito il primo carico di aiuti umanitari italiani aviotrasportati da Amman

 

Anche la Russia e una ventina di Paesi arabi e musulmani hanno condannato il piano israeliano come una “pericolosa escalation”. Ma Israele, ha denunciato la presidenza dell’Anp, ignora “le critiche delle potenze mondiali”, lanciando di fatto “una sfida e una provocazione senza precedenti alla volontà internazionale di raggiungere la pace”.

Secondo fonti a Ynet, tuttavia, Netanyahu avrebbe concepito il piano – al momento senza una data di avvio – “per preservare il suo governo e guadagnare tempo”, lasciandosi un margine per interromperlo in qualsiasi momento. “Ci sono delle vie d’uscita se i negoziati riprenderanno, e ci si aspetta che i negoziati riprendano”, hanno detto le fonti. Una ripresa dei negoziati a cui stanno effettivamente lavorando i Paesi mediatori, con l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, che è tornato in Europa – stavolta a Ibiza, secondo Axios – per incontrare il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani e discutere di un nuovo piano per porre fine alla guerra a Gaza e liberare gli ostaggi, scongiurando così la nuova offensiva dell’Idf.

Fonti vicine ad Hamas hanno confermato, sempre a Ynet, che sono in corso intensi colloqui, mediati da Stati Uniti, Egitto e Qatar, con l’obiettivo di impedire “una diffusa presa di controllo israeliana della Striscia di Gaza”. La fazione palestinese avrebbe quindi messo sul tavolo una nuova proposta che include la fine della guerra, il completo ritiro israeliano, la smilitarizzazione dei gruppi armati palestinesi, l’esilio dei leader militari di Hamas e l’istituzione di una nuova autorità civile che gestisca la Striscia insieme a una forza di polizia professionale. “Hamas dichiara flessibilità nei negoziati, ma si prepara anche a riprendere i combattimenti se la proposta verrà respinta”, hanno messo in guardia le fonti.

Contro il piano di Netanyahu sono scesi di nuovo in piazza migliaia di israeliani, con le famiglie degli ostaggi che accusano il governo di aver abbandonato i loro cari e lanciano un appello allo sciopero generale: “Il silenzio uccide. Blocchiamo l’economia di Israele. E’ l’unico modo per fermare tutto questo”. 

Per approfondire Agenzia ANSA L’Italia ha paracadutato gli aiuti su Gaza – Cronaca – Ansa.it Cento tonnellate di cibo lanciate per una settimana (ANSA)

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA