Roma, 10 agosto 2025 – La tenuta del Servizio sanitario nazionale è a rischio. Grave crisi del personale sanitario, stipendi non adeguati, forte aumento della spesa a carico delle famiglie, sovraffollamento dei Pronto soccorso e liste d’attesa troppo lunghe sono solo alcune delle criticità.
La spesa sanitaria
La spesa sanitaria totale in Italia ha raggiunto i 176,1 miliardi di euro di cui 130,3 miliardi di spesa pubblica (74%), 40,6 miliardi di spesa privata pagata direttamente dalle famiglie (23%) e 5,2 miliardi di spesa privata intermediata da fondi sanitari e assicurazioni (3%). Considerando solo la spesa privata, l’88,6% è a carico diretto delle famiglie (dati Istat-Sha 2023). In sostanza nel ’23 l’aumento della spesa sanitaria totale (+4.286 milioni) – come rileva l’ultimo Rapporto Gimbe – è stato sostenuto esclusivamente dalle famiglie come spesa diretta (+3.806 milioni di euro) o tramite fondi sanitari e assicurazioni (+553 milioni) con un’impennata della spesa pagata direttamente dai cittadini del 10,3%.
Approfondisci:
Il piano di FI per la sanità: “Servono 10mila medici e 20mila infermieri”
Le rinunce
Se chi può si rivolge al privato, chi non può sempre più spesso – a causa, in primis, dei tempi di attesa troppo lunghi – rinuncia a test diagnostici e visite specialistiche. Nel 2024 il 9,9% della popolazione – circa 5,8 milioni di persone – ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria, rispetto al 7,6% del 2023 e al 7% del 2022.
Le liste d’attesa
Visite ed esami urgenti – secondo quanto emerge dall’ultimo aggiornamento del cruscotto della Piattaforma Nazionale delle Liste di Attesa di Agenas – sono in media sempre garantiti nei 3 giorni previsti, ma i tempi massimi per le visite cardiologiche arrivano anche a 6 e per una colonscopia urgente addirittura a 178. I problemi maggiori si hanno per quanto riguarda priorità brevi, visite differibili e le prestazione programmabili dove i tempi di attesa, per alcune prestazioni, si dilatano a dismisura disincentivando la prevenzione. Per fare un esempio, per una mammografia bilaterale in classe P si può dover attendere fino a 320 giorni rispetto ai 120 previsti.
Carenza dei medici
Nel nostro Paese la media nazionale è di 2,11 medici per mille abitanti, con un range che varia da 1,80 della Campania a 2,64 della Sardegna. Nel 2022 i medici che lavorano nelle strutture sanitarie erano 124.296: 101.827 come dipendenti del Ssn e 22.469 come dipendenti delle strutture equiparate al Ssn. Aggiungendo medici attivi nel privato il numero arriva 238mila. Tenendo conto dell’evoluzione demografica della popolazione italiana Crea/Sanità ha stimato, fino al 2027, una carenza totale di 24.797 medici. Per le assunzioni del personale mancante (medici e infermieri) secondo le stime servirebbero altri 20-30 miliardi di finanziamento.
Medicina generale
Nel dettaglio – stando ai calcoli della Fondazione Gimbe (dati 2024) – mancano 5.575 medici di famiglia per rispettare il rapporto ottimale di un medico ogni 1.200 assistiti. Le situazioni più critiche si registrano in quasi tutte le grandi Regioni: Lombardia (-1.525), Veneto (-785), Campania (-652), Emilia Romagna (-536), Piemonte (-431) e Toscana (-345).
Pronto soccorso
Nei pronto soccorso, dove gli accessi con il caldo sono aumentati del 20%, la Simeu stima una carenza di 3.500 dirigenti medici. Il 12% della forza lavoro è costituita da specializzandi, il 17% dei bisogni di organico sono coperti con turni straordinari o semplicemente lasciati scoperti. E una struttura su tre si affida ancora ai gettonisti.