Una certezza, una speranza e un annuncio. Perché il Piemonte aspetta la Vuelta, che il 21 agosto presenterà le squadre in piazzetta Reale a Torino e due giorni dopo scatterà da Venaria, ma guarda con curiosità a quello che succederà il prossimo anno, a cominciare dal Giro d’Italia.
La certezza, è che scatterà il 9 maggio per concludersi il 31. La speranza è che al via possa esserci anche Jonas Vingegaard che in sede di bilancio del Tour de France appena concluso si è detto possibilista, perché prima o poi sarà al via della Corsa Rosa ma potrebbe anche essere il prossimo anno. E l’annuncio è quello arrivato nelle scorse ora dal ministro del Turismo bulgaro Miroslav Borshosh: «Il Governo ha sostenuto la proposta dei due ministeri (il secondo è quello dello Sport, ndr) di finalizzare i negoziati per ospitare il Giro d’Italia». Un investimento complessivo da circa 9 milioni di euro, come anticipa il sito Sportefinanza, per la presentazione dei team e le prime tre tappe come è stato quest’anno in Albania con la certezza che sarà difficile avere meno pubblico.
C’è anche un’alternativa molto credibile, rappresentata da Napoli. La città, più che la Regione, spinga da tempo per avere la partenza del Giro anche perché nel 2026 sarà Capitale Europea della Cultura e c’è anche da lanciare l’America’s Cup del 2027. Possibili tappe in Abruzzo, con Penne che aspetta, il ritorno dello Zoncolan, un arrivo montano nel Comelico bellunese, ma anche il ritorno a Milano con una cronometro. E il Piemonte? Atteso il rientro nel Cuneese, ma nel 2026 cadono anche i 150 anni dalla prima Milano-Torino, la corsa di un giorno più vecchia del calendario mondiale. Ecco perché Superga e il Colle della Maddalena si scaldano.