Le malattie neurodegenerative rappresentano spesso un ostacolo alle più comuni e banali azioni della vita quotidiana, come sollevare un oggetto, parlare, camminare.  Aggirare questi limiti è complesso ma non impossibile, grazie soprattutto al recente sviluppo di interfacce mente-computer (BCI) come Neuralink, arrivato al suo terzo paziente (o addirittura interfacce muscoli-computer, come nel caso del bracciale sEMG realizzato da Meta), che fanno uso del potenziale d’azione neuronale come «veicolo» per trasmettere l’input al dispositivo di turno.

A queste si è aggiunta negli ultimi mesi Synchron, azienda che grazie alla collaborazione con il protocollo Apple BCI HID è riuscita a sviluppare un’innovativa interfaccia in grado di «mediare» con il sistema operativo del dispositivo di turno e spingere l’acceleratore sull’accessibilità, portando con sè diversi vantaggi rispetto agli altri sistemi. La compagnia ha recentemente pubblicato un video sui propri canali ufficiali che vede come protagonista un malato di sclerosi laterale amiotrofica ( SLA) alle prese con il controllo di un iPad «con il pensiero», senza far uso di comandi touch-screen.



















































Stentrode: il primo test su un paziente con SLA

Mark Jackson, questo il nome del paziente protagonista dello studio COMMAND, è riuscito a controllare il suo iPad facendo uso dell’interfaccia mente-computer realizzata da Synchron  e del nuovo protocollo Apple per la gestione semplificata dei suoi dispositivi mobile. 

Nonostante gli impedimenti fisici causati dalla sclerosi laterale amiotrofica, il paziente è stato in grado di navigare senza problemi all’interno della schermata principale del tablet di Apple, aprire applicazioni e comporre messaggi con il solo uso della sua mente. Si tratterebbe dunque di una modalità potenzialmente rivoluzionaria per interfacciarsi ai diversi dispositivi di Apple, che si rivolge in particolar modo a utenti affetti da malattie neurodegenerative o vittime di traumi di varia natura.

Il confronto con Neuralink: differenze e vantaggi

La nuova interfaccia condivide numerosi aspetti con Neuralink, presentando al contempo diversi vantaggi dal punto di vista pratico ed esecutivo: rispetto al chip di Elon Musk, infatti, Stentrode (questo il nome dell’impianto neurale realizzato da Synchron) non richiede nessun intervento neurochirurgico per la sua installazione, azzerando così ogni possibile rischio di complicanze per il paziente in sala operatoria e nei giorni successivi. Per il suo posizionamento, Synchron fa uso di una tecnica endovascolare mininvasiva che consente di impiantarlo facilmente: attraverso l’inserimento di un catetere all’interno della vena giugulare (che trasporta sangue in direzione centrifuga dal cervello all’arteria carotide comune), è infatti possibile posizionare l’impianto all’interno della corteccia cerebrale, senza «scomodare» le – delicate – strutture circostanti. 

A questo punto il sistema fa da «ponte» tra i segnali neuronali emessi dal cervello e il dispositivo informatico, trasformandoli in veri e propri input utili per la navigazione all’interno delle diverse schermate.

I piani di Apple: la tecnologia al servizio di tutti

Tutto questo progetto fa parte di un disegno più grande fortemente voluto da Apple, che già nei primi mesi del 2025 aveva annunciato attraverso un comunicato stampa ufficiale la propria volontà di aumentare l’accessibilità dei propri dispositivi mobile e non (comprendendo iPad, iPhone, Apple Watch, Apple Vision Pro e probabilmente anche i Mac in futuro), consentendone così l’utilizzo anche alle persone con impedimenti fisici e motori, come accaduto nel caso di Mark Jackson. 

Mettendo per un attimo da parte gli importanti stravolgimenti di design e gli elementi traslucidi di Liquid Glass, quindi, la nuova versione del sistema operativo mobile della compagnia di Cupertino, iOS 26, vedrà dunque l’accessibilità come elemento chiave e fondante della sua struttura, con funzionalità in arrivo nei prossimi mesi come Accessibility Reader, Braille Access e tante altre ancora. 

«L’accessibilità è parte del nostro Dna», ha dichiarato nei mesi scorsi Tim Cook, Ceo di Apple. Rendere la tecnologia disponibile a tutti rappresenta quindi una delle priorità per la compagnia di Cupertino, che tra l’altro proprio quest’anno celebrerà 40 anni dall’inaugurazione del suo Ufficio per le disabilità.

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7 agosto 2025 ( modifica il 9 agosto 2025 | 10:00)