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Daniele Sparisci e Giuliano Duchessa
La rimonta di Imola non copre i guai: la Ferrari non può lottare per il Mondiale ma non può nemmeno arrendersi. Senza sviluppi rischia di finire anche dietro alla Williams
La prova di carattere a Imola aiuta a «respirare», porta morale (più a Hamilton che a Leclerc) ma non può nascondere i guai seri di una Ferrari, chiamata questo fine settimana all’esame di Montecarlo, sulle temute curve lente. Concentrarsi sul 2026, con il cambio di regole e i nuovi motori superibridi che piacciono a pochi, è fondamentale. Però rinunciare a lottare nel campionato in corso potrebbe avere conseguenze devastanti sulla classifica e sul prestigio. Ecco perché gli sviluppi sono indispensabili. Fra i più importanti e attesi c’è la sospensione posteriore modificata. Ha superato il collaudo al banco dinamico e viene testata in galleria del vento con una diversa aerodinamica, cambierà soprattutto nella zona degli attacchi. L’obiettivo è sbloccare il «potenziale», un argomento che genera divergenze fra il team principal Fred Vasseur e i piloti.
Mondiale ancora lungo: non si può vincere ma nemmeno mollare
Mancano 17 gare e 4 sprint al termine del Mondiale. I distacchi per chi, come la Ferrari viaggia lontana dai primi (McLaren e Verstappen), sono ridotti al punto da far diventare una minaccia anche team che prima non lo erano. La Williams, scuderia in rilancio, con il quinto posto di Albon a Imola: 51 punti raccolti, quinta fra i costruttori dietro al Cavallino, l’anno scorso nella stessa fase del campionato era a quota zero.
Il confronto con il 2024? Svela il rirtardo
La Ferrari invece ha imboccato la strada al contrario: il divario medio dalle McLaren è stato di 4-5 decimi, mentre alla fine del 2024 era intorno a un decimo. Il dato tiene conto delle differenze di gomme, in questa stagione la Pirelli ha introdotto mescole più morbide. Quasi tutte le squadre hanno rispettato le previsioni sull’aumento delle prestazioni, non la Ferrari.
Qualche esempio? Se la Rossa 2024 avesse affrontato le qualifiche a Imola al posto di quella attuale, sarebbe risultata mezzo secondo più rapida. Un’enormità che non può spiegarsi soltanto con errori nella preparazione del giro di lancio (la tesi di Vasseur), con difficoltà generiche nel riscaldare le gomme.
Il compromesso sulle altezze
A Maranello il direttore tecnico Loic Serra si barcamena fra due compiti: dirigere il gruppo 2026 e correggere i problemi meccanici della SF-25. Non è un lavoro facile né di rapida soluzione. Hamilton nel raccontare la rimonta di domenica ha detto che la «macchina ha preso vita». Che cosa significa? Che inizia ad andare veloce quando la benzina nel serbatoio scende sotto il 70%. L’enigma fondamentale della vettura è di tipo meccanico: quando il carico aerodinamico (la forza che schiaccia a terra la vettura) si sposta indietro, in uscita dalle curve, le regolazioni di assetto non sono sufficienti a coprirne i limiti. La compressione danneggia il fondo se l’altezza è troppo estrema in qualifica, e così bisogna accettare soluzioni di compromesso che al sabato fanno perdere 15-20 punti di carico.
L’ala 2024 per Montecarlo
La correzione è obbligata, la sospensione rivista è attesa entro il Gp di Gran Bretagna a Silverstone (6 luglio). Ma prima va affrontato il sabato più decisivo della stagione, a Montecarlo dove qualcosa di vincente si rivedrà: sarà infatti usata l’ala posteriore della SF-24 con la quale dodici mesi fa Leclerc fece la pole e poi trionfò in gara. Sarà anche la prima volta di Adrian Newey con la divisa dell’Aston Martin. Raccontano che a Maranello che qualcuno si è pentito di non averlo preso. Le ricerche di mercato sono apertissime: il problema è convincere i cervelli a venire.
20 maggio 2025 ( modifica il 20 maggio 2025 | 07:16)
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