Un torneo di tennis sulla sabbia

CURIOSITÀ

Si chiama Torneo Playa Tenis Luanco e si gioca in Spagna, su una spiaggia, ma solo con la bassa marea. Nato all’inizio degli anni ‘70 da un’idea di alcuni amici, con il tempo si è evoluto sempre di più fino a ospitare i migliori tennisti spagnoli della storia. È un evento unico al mondo e negli ultimi anni sta vedendo crescere notevolmente la sua popolarità.

Quando si parla di superfici nel mondo del tennis, solitamente ci si riferisce alle tre principali: cemento, terra battuta e erba. Ci sono poi delle alternative come il cemento indoor o la terra verde americana (il cosiddetto Har-Tru), diverse ma non troppo. Dando uno sguardo al passato, invece, ci si può imbattere nei campi in moquette (il cosiddetto “carpet”), spariti poiché insostenibili per il tennis odierno a causa dell’eccessiva velocità e dell’alto rischio infortuni. O ancora nel legno, utilizzato ad esempio dal Paraguay per le vecchie sfide casalinghe di Coppa Davis.

Infine, a chi bazzica i social probabilmente sarà capitato di imbattersi in un video di tennis sul ghiaccio, con due persone che indossano casco e pattini e palleggiano letteralmente su una pista di pattinaggio. E poi c’è la sabbia. Per trovare del tennis su questa superficie bisogna probabilmente invadere l’ambito del beach tennis, che si gioca sì con una pallina e una racchetta – e in un campo diviso da una rete -, ma l’unica vera cosa che condivide con il nostro sport è la Federazione (oltre a tennis e padel, la FITP ingloba anche pickleball e appunto beach tennis).

Eppure non è esattamente così perché il tennis su sabbia esiste e anche da parecchio. In Spagna c’è infatti un torneo che si disputa su una spiaggia in riva al mare e al quale hanno partecipato negli anni anche degli ex numeri uno al mondo. Stiamo parlando del Torneo Tenis Playa, evento d’esibizione che va in scena nelle Asturie, più precisamente nel villaggio di Luanco, che conta poco più di 5.000 abitanti. Ci troviamo nell’estremo nord della penisola iberica, a 20 km da Gijòn e a 40 da Oviedo, in uno scenario dominato dal Mar Cantabrico. Non è paragonabile a tornei come Madrid e Barcellona, tuttavia è un’ottima opportunità per gli abitanti della zona per guardare del tennis dal vivo. 

D’estate, la sabbia della Playa de La Ribera è infatti il teatro di una longeva competizione che ospita coloro che sono, o sono stati, alcuni dei migliori tennisti al mondo. Nonostante il torneo sia giunto ormai alla 38^ edizione, è solamente da un paio d’anni che ha visto aumentare la sua popolarità, anche grazie ad alcuni video postati sui social che hanno contribuito a raggiungere un pubblico più ampio.

Prima di addentrarci nella storia del torneo, bisogna innanzitutto fare un po’ di chiarezza. Perché giocare a tennis sulla spiaggia è bello, ma ci sarà un motivo se quello di Luanco è l’unico torneo al mondo su questa superficie. C’è infatti un piccolo dettaglio da non trascurare: il mare. A dettare legge è dunque Madre Natura e proprio per questo motivo il Torneo Tenis Playa si disputa solamente quando c’è la bassa marea, indicativamente dalle 18:30-19:00 in poi. Anzi, è più che normale vedere il campo allagato la mattina e in perfette condizioni la sera. “Ora capisco perché si gioca di sera” ha scritto uno dei partecipanti dell’ultima edizione, Benoit Paire, pubblicando sui social una foto – scattata poco dopo l’una – del campo ricoperto d’acqua.

Giocare in riva al mare però è anche molto affascinante, come ha raccontato il cileno Jaime Fillol, vincitore dell’edizione del 1982, in un’intervista al magazine CLAY: “Quello che ricordo meglio è quanto sia spettacolare giocare ascoltando il mare. Le partite iniziano molto tardi, aspettando che la marea si ritiri. Con la notte che avanza ti preoccupi di finire presto, pensando che da un momento all’altro tornerà il mare“.

Per quanto riguarda le condizioni di gioco, ovviamente non possono essere paragonabili al Centrale di Wimbledon, dove non c’è neanche un filo d’erba fuori posto. Tuttavia, nonostante i limiti di una superficie come la sabbia, la palla rimbalza più di quanto si potrebbe pensare e le uniche vere incognite sono due: i rimbalzi irregolari, ma quelli capitano un po’ su tutte le superfici naturali, e il campo non pianeggiante, leggermente inclinato in direzione del mare. Ovviamente le palline sono più pesanti del solito poiché a contatto con la sabbia, mentre la velocità del campo è simile a una terra battuta particolarmente lenta.

La palla rimbalza molto poco a causa dell’umidità. Ma è un campo solido. Per me è stato un bene perché ho fatto molto serve and volley. Ho anche cercato di fare molti chip and charge” ha ricordato chi su quel campo ci ha giocato, ovvero Fillol.

E se piove? Bella domanda. Fortunatamente le estati in Spagna non sono caratterizzate da frequenti acquazzoni. Tuttavia in passato è accaduto e ancora oggi si ricordano le uniche tre edizioni in cui il maltempo ha condizionato la finale.

Nel 1983 fu necessario addirittura posticipare la partita di una settimana. E se per giocatori e pubblico cambiava relativamente poco, diverso era il discorso per campo e tribune, da mantenere in spiaggia per altri sette giorni. Nel 2006 invece si giocò in condizioni estreme – probabilmente in qualsiasi torneo del circuito ATP la sospensione sarebbe stata inevitabile – ma i finalisti (Guillermo Cañas e Nicolas Almagro) non vollero deludere il pubblico, saldo al suo posto in tribuna nonostante la pioggia. Infine, nel 2009 gli organizzatori furono costretti a correre ai ripari, rivedendo il sistema di punteggio. Normalmente si gioca al meglio dei tre set con eventuale super tie-break nel terzo, mentre quella finale fu eccezionalmente accorciata: un solo set al meglio dei dieci game.

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Come nasce l’idea di un torneo di tennis in riva al mare? Per la fondazione del Luanco Tennis Club bisogna tornare al 1970. L’idea fu di un gruppo di amici accomunati dalla passione per il tennis, che già l’anno seguente organizzarono un torneo regionale. Per quanto romantica e singolare, invece, la scelta di giocare una superficie come la sabbia fu in realtà obbligata. Mancavano infatti le strutture specifiche e quindi bisognò ricorrere alle spiagge locali per allenarsi. Fortunatamente la sabbia era molto argillosa e fine, quindi la pallina rimbalzava e le condizioni erano più che accettabili.

La prima edizione andò in scena nel 1971 e ricalcava le orme della Coppa Davis: a sfidarsi erano quattro squadre composte da due giocatori. Ma si trattava di un campo di fortuna. Delimitato da solchi nella sabbia, a separarlo c’erano dei frammenti di reti da pesca appesi a listelli di legno. Però c’era una scala a pioli per l’arbitro. E in fondo ciò che contava era divertirsi, perciò poco male: l’entusiasmo dei partecipanti compensava ampiamente tutte queste mancanze. Da quel momento, inoltre, il torneo conobbe un’evoluzione continua, riuscendo a migliorarsi anno dopo anno, anche grazie all’aiuto della comunità. Qualche esempio? Le fidanzate dei giocatori realizzarono la rete da gioco, mentre il solco sulla sabbia per tracciare le linee del campo fu rimpiazzato – a partire dal 1976 – dalle piastre metalliche.

Un’immagine della prima edizione del torneo, nel 1971 – Credits: Tenisplaya.com

Uno dei pochi tennisti spagnoli a non aver mai partecipato a questo torneo è Rafa Nadal. Tuttavia non è un’eresia affermare che anche Luanco ha il suo Nadal, volendo azzardare un paragone con i 14 trionfi del maiorchino a Parigi. Quando si parla di Torneo Tenis Playa non si può infatti non citare Juan Avendaño, che detiene il record di titoli (9, su 13 partecipazioni) ma soprattutto è stato – e continua a essere ancora oggi – una figura decisiva per l’evento.  Il suo esordio avvenne nel 1973, ad appena 12 anni, quando riuscì a spingersi fino ai quarti di finale. Già l’anno dopo ottenne invece il suo primo titolo, guadagnandosi il soprannome di “futuro Manolo Santana” e proiettando l’evento in una dimensione completamente diversa.

Contribuì infatti a generare una tale attenzione nei confronti del torneo che, a distanza di mezzo secolo, tanto di quello che è oggi si deve a lui. Ma Avendaño non è stato protagonista solo in campo, bensì anche nel ruolo di allenatore e – ancora adesso – in quello di dirigente. Intitolargli il trofeo è stato dunque il minimo. Juan che è inoltre riuscito a portare avanti la dinastia di famiglia e nel 2022 si è goduto l’esordio di suo figlio Miguel. In quattro partecipazioni non è (ancora) riuscito a emulare il padre e sollevare il titolo, tuttavia nel 2023 ci è andato vicino, arrendendosi solo in finale al lituano Butvilas.

Tornando a parlare del torneo, con il passare del tempo arrivarono i giudici di linea, poi i raccattapalle e infine si alzò anche il livello dei partecipanti. Luanco attirò infatti i migliori giocatori delle Asturie e, nel 1978, persino il primo straniero, il colombiano Marulanda. Inoltre, nel 1979 fu montata una tribuna che poteva contenere 400 persone e il torneo – che cambiò formula, passando a quella a eliminazione diretta – venne riconosciuto dalla Federtennis spagnola, tanto da assegnare punti.

Nel 1981 tra i partecipanti figurava addirittura una leggenda come Manolo Santana – che tre primavere dopo sarebbe stato inserito nella Hall of Fame – mentre negli anni seguenti furono ai nastri di partenza altri campioni del calibro di Manuel Orantes, Jaime Fillol (il nonno di Nicolas Jarry) e Jan Kodes. Proprio all’apice della sua popolarità, però, nel 1985 il torneo si interruppe a causa del mancato supporto istituzionale. Poco male perché dopo uno stop di dieci anni ripartì, e lo fece in grande. 

Da un lato Luanco ha avuto l’opportunità di ospitare quasi tutti i migliori spagnoli della storia, da Juan Carlos Ferrero a Carlos Moyá, passando per Alex Corretja, Sergí Bruguera, David Ferrer e Nicolás Almagro. Dall’altro invece sono stati fatti degli investimenti importanti, dall’ampliamento delle tribune (fino a circa 2.500 posti) all’istallazione sulla spiaggia di un impianto elettrico che consente di giocare in condizioni ottimali anche con il buio.

Nonostante un altro stop di quasi un decennio (dal 2014 al 2021), oggi il torneo si disputa regolarmente e vanta una popolarità notevole. Lo dimostrano gli spalti sempre pieni ma anche le testate giornalistiche di tutto il mondo che riportano di quanto accade a Luanco come se fosse un torneo del circuito ATP. A tal proposito, è da poco calato il sipario sulla 38^ edizione, che ha visto trionfare il francese Richard Gasquet, il quale nonostante si sia ritirato dal tennis qualche mese fa – al Roland Garros – ancora continua a giocare (poche settimane fa era stato protagonista in Hopman Cup a Bari). In una finale all’insegna del rovescio a una mano ha sconfitto Dominic Thiem con un periodico 6-4.

In conclusione, sul sito ufficiale del torneo vengono raccontati una decina di aneddoti davvero interessanti, che vi invitiamo a leggere qui. Di seguito ne riportiamo un paio, che a nostro avviso sono particolarmente meritevoli.

Il primo risale al 1974, anno del primo trionfo della leggenda Juan Avendaño, capace di ribaltare il pronostico contro il più quotato Dr. Guillermo Ocio. Finale che fu caratterizzata da un episodio particolare: Avendaño aveva trascorso la mattinata come un normale tredicenne, pedalando in sella alla sua bicicletta, e durante la partita – che si rivelò più lunga del previsto, per merito suo – fu vittima di uno stiramento muscolare, rendendo necessaria l’interruzione del gioco. Indovinate un po’ chi si procurò e gli applicò la pomata? Proprio Ocio, che in quel momento smise di essere il suo avversario ma tornò ad essere un medico. Uno splendido gesto di sportività, ma che di fatto gli costò la sconfitta.

L’altro aneddoto è più recente, oltre che extra-campo. Nel 2008, tre dei partecipanti del torneo – Iván Navarro, Daniel Gimeno-Traver e Tomeu Salvá – decisero di farsi un bagno nel Mar Cantabrico nelle prime ore del mattino. Cosa c’è di strano? Che l’acqua aveva ricoperto il campo, quindi in realtà si stavano facendo un bagno nel luogo dove una decina d’ore dopo avrebbero dovuto giocare un incontro di tennis. Fu un bagno storico, nel suo piccolo, poiché non era mai accaduto nella storia dell’evento. Ma al di là di questo, come viene giustamente sottolineato sul sito, hanno realizzatoqualcosa che non possono fare in nessun altro torneo al mondo: nuotare in mare proprio sul campo dove si svolgono le partite”. Sarà un caso che nella parola ‘Luanco’ ci sia la “u” di unico?

Iván Navarro, Daniel Gimeno-Traver e Tomeu Salvá fanno un bagno dentro il campo sulla spiaggia de la Ribera

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