«Papà non si rese conto di cosa stava facendo la prima volta che mi portò in cima al castello che domina l’isola, così in alto da consentire allo sguardo di abbracciarla tutta» scrive Rosita Manuguerra nel libro d’esordio Malanima (Feltrinelli). Un romanzo di formazione ambientato a Favignana, in Sicilia, dove la protagonista, Mia, si muove sul palcoscenico dell’isola, un luogo dell’anima che tende all’universalità del racconto. Perché i veri protagonisti sono i rapporti umani e come questi si declinano nel contesto di un’isola.
Favignana di Rosita Manuguerra: «Qui la direzione la stabilisce il vento»
«Non potevo davvero immaginare – racconta la Manuguerra – che il diroccato Castello di Santa Caterina, sull’omonimo colle, che Mia scopre per mano al padre, sarebbe tanto piaciuto al regista Christopher Nolan da farlo diventare il castello di Penelope. Sarà uno dei set principali delle riprese del suo nuovo film, The Odyssey, in uscita l’estate prossima. Le riprese ci hanno regalato il sogno di un monumento restaurato, anche se solo nella finzione cinematografica. Quella che racconto in Malanima è una Favignana romanzata, invento luoghi e rielaboro il folclore. Ma nella descrizione, affiorano i riferimenti ad alcune delle sue località più caratterizzanti, come Cala Rossa, il Bue Marino, il Castello di Santa Caterina…».
Rosita Manuguerra è cresciuta a Favignana, «tra la volontà di restare e il desiderio di andar via». Quando era piccola qualcuno le ha suggerito che il modo migliore per ritrovarsi è scrivere. Da allora, racconta storie. “Malanima” è il suo primo romanzo.
Favignana, la perla delle Egadi
Isola mediterranea, perla delle Egadi, ricca di profumi, colori e tradizioni, è tornata agli onori della cronaca col romanzo storico I leoni di Sicilia di Stefania Auci: l’antica tonnara è uno dei simboli dell’intraprendenza e ricchezza della famiglia Florio, capitani d’industria che attraversarono Ottocento e Novecento in sfolgorante ascesa e disastrosa caduta.
Oltre alla tonnara, spettacolare esempio di archeologia industriale, rimangono le vestigia della Palazzina Florio, tra le cui stanze hanno frusciato gli abiti spettacolari di donna Franca, moglie di Ignazio, luoghi ricchi di fascino indelebile.
La tonnara dei Florio, Favignana
Ma sull’isola si vive soprattutto il mare. In bicicletta, all’alba, per vedere nascere il sole dalle coste di cala San Nicola (dov’è ambientato l’inizio di Malanima) e tuffarsi nelle sue acque rinfrescanti. E poi, pedalando pedalando, passare da una caletta all’altra sempre tenendo come riferimento la direzione opposta a quella da cui soffia il vento, per evitare, durante il bagno, eventuali meduse.
Nel borgo marinaro di Punta Lunga, i pescatori lavorano le reti e scambiano due chiacchiere con i curiosi. Al pomeriggio, sulla costa ovest, il tramonto in piena estate si spegne su Marettimo (altra isola dell’arcipelago insieme a Levanzo e Formica). Luoghi stupendi, scorci spettacolari che però sembrano non cancellare certe ombre, certe irrequietezze.
Una storia di amicizia tra due giovani donne nel romanzo di Rosita Manuguerra.
Malanima, ovvero il senso di inquietudine di isolani e forestieri
«La malanima è quel senso di inquietudine che proviamo noi isolani, sempre in bilico fra la volontà di restare e il desiderio di andar via» dice Rosita. «Ma è anche quello che provano i forestieri che dell’isola si sono innamorati, che tornano tutti gli anni e molto spesso amano l’isola più di noi».
Nel libro di Manuguerra, sull’isola si dipana la storia di amicizia tra due coetanee, Mia, isolana, e Marina, la ragazza di città che non se ne andrà con le piogge di settembre, ma che anzi inizierà a frequentare quella scuola che viene aperta dal preside, «sia che soffi lo Scirocco sia che soffi il Maestrale».
Il faro di Punta Marsala (Ipa)
Sono i venti cui bisogna dare ascolto per scegliere la spiaggia più riparata: Cala Azzurra, Lido Burrone e Cala Rotonda se spira il Maestrale, vento di nord-ovest. La Praia, Cala Rossa o Scalo Cavallo se invece soffia lo Scirocco, vento di sud-est. «A volte mi chiedono come si vive qui in inverno… Ho risposto con il romanzo, descrivendo uno scorcio delle isole fuori dal clamore estivo e di tutto quello – tradizioni, famiglia, amicizie, luoghi dell’anima – che ci tiene legati a esse. Comprese molte lacune, come la difficoltà di accedere all’istruzione e alla sanità».
I rostri dei Romani
Per la sua forma Favignana ricorda una farfalla divisa al centro dal monte Santa Caterina con caratteristiche diverse nelle due ali. A est, nella zona della Piana, dove vive Mia, la più piatta e agricola, si va alla scoperta di belle calette con sabbia finissima e rocce di tufo dorato che si gettano in acqua. Come Cala Rossa, la più suggestiva grazie alla storia che le dà il nome.
Il castello di Santa Caterina (foto Ipa)
«Risale alla battaglia navale conclusiva della prima Guerra Punica (264 – 241 a.C.) vinta dai Romani guidati dal comandante Gaio Lutazio Catulo. Nel museo annesso alla tonnara Florio, sono conservati reperti di imbarcazioni e i rostri che consentirono ai romani la vittoria. Il sangue rosso dei feriti, spinto dalla corrente verso la cala, la battezzò così».
Oggi è una baia azzurrissima e accogliente. Ma nelle giornate di Maestrale il mare le si riversa addosso e diventa pericolosa. «È difficile spiegare il mare. La verità è che non si spiega. Noi ci nasciamo, con la sua presenza costante, una sensibilità sottopelle che fa prevedere la giornata buona o cattiva».
Nella parte vecchia del paese, le case sono così vicine le une alle altre che nel silenzio del mattino presto o nell’ora della siesta, i passi rimbombano. Nella parte ovest, detta Bosco in memoria dei lecceti ormai scomparsi, si trovano sparuti capi di bestiame, ma soprattutto le splendide Cala Rotonda e Cala Grande. Così la trama di Malanima si srotola in un’isola al contempo reale e immaginaria. E forse, dopo averla vissuta, potremmo fare come Marina, che «quando arrivò il momento di andarsene non se ne andò più».
Vista su Cala Rossa (foto Ipa)
Dove dormire a Favignana
La Casa del Limoneto, Vicolo Cimarosa.
Sei camere in stile shabby vicino al paese, con la prima colazione in giardino a base di prodotti di qualità, torte e dolci fatti a mano. lacasadellimoneto.it
Dimora Cala del pozzo, Contrada Pozzo Vecchio.
Otto camere a 400 metri dal mare, prime colazioni regali con prodotti biologici dell’azienda Terre del Favonio della stessa proprietà.
dimoracaladelpozzo.it
La mattanza dei tonni (1904) illustrata da Eugenio Interguglielmi.
Dove mangiare a Favignana
Formica Osteria, Via Roma 52.
È facile incontrare lo chef al porto, la mattina presto, a comprare il meglio dai pescherecci per la sua cucina che coniuga l’origine
giapponese con la migliore materia prima siciliana.
formicaosteria.com
Ristorante Isola-Mangiari, Baia di Marasolo.
Sapori favignanesi forti e sinceri che si ritrovano nella caponata o nel tonno in agrodolce, e a seguire nel pesce al barbecue.
Tel. 328.7365590