In un contesto economico ancora segnato da tensioni inflazionistiche e da un potere d’acquisto in lenta ripresa, i dati sulle vendite al dettaglio confermano una tendenza già in atto da tempo: gli italiani continuano a spendere, ma lo fanno con una crescente attenzione al prezzo.
E in questa dinamica, a spuntarla sono soprattutto i discount alimentari, che superano per ritmo di crescita sia i supermercati che gli ipermercati.
Aumentano le vendite al dettaglio del cibo
Secondo i dati sul commercio al dettaglio pubblicati il 1° agosto dall’Istat, a giugno 2025 si registra un incremento delle vendite sia in valore (+0,6%) che in volume (+0,4%) rispetto al mese precedente.
Il comparto alimentare si distingue per un aumento particolarmente significativo, pari al +1,4% in valore e al +1,1% in volume.
Segno che, almeno nel breve periodo, le famiglie italiane hanno incrementato le spese legate al cibo, probabilmente per effetto delle condizioni climatiche estive, delle vacanze o di un maggiore consumo domestico.
Nel secondo trimestre del 2025, la tendenza si conferma. Infatti le vendite totali al dettaglio crescono dello 0,6% in valore e dello 0,2% in volume. Ma è ancora una volta il comparto alimentare a trainare il resto (+1,3% in valore e +0,4% in volume).
I beni non alimentari, al contrario, rimangono sostanzialmente fermi (+0,1% in valore, -0,1% in volume), segno che le famiglie continuano a privilegiare la spesa essenziale, rinviando o riducendo gli acquisti meno urgenti a causa del caro prezzi.
Si spende di più ma si compra di meno
Guardando su base annua, ovvero rispetto a giugno 2024, il quadro però cambia e il valore complessivo delle vendite al dettaglio aumenta dell’1%, mentre il volume scende dello 0,7%.
Un dato, questo, che riflette ancora una dinamica inflattiva: si spende di più, ma si compra meno.
Anche nel settore alimentare il fenomeno è evidente. Le vendite in valore crescono del 2,8%, mentre in volume calano dello 0,3%. Si tratta di un segnale chiaro: l’aumento dei prezzi, seppur contenuto rispetto ai picchi del biennio 2022-2023, continua a incidere sulle quantità acquistate.
I beni non alimentari, invece, subiscono una contrazione su entrambi i fronti: -0,3% in valore e -0,9% in volume. Tra le categorie che soffrono maggiormente si segnalano:
- abbigliamento e pellicceria (-3,4%);
- mobili e arredamento (-2,9%).
Si salvano (e crescono) i prodotti di profumeria e cura della persona (+3,7%), come abbiamo visto anche per via del lipstick effect, e gli elettrodomestici (+3,5%). Anche in questo caso, si evidenzia una tendenza alla selettività, ovvero si riduce il superfluo, ma si spende volentieri per ciò che migliora la qualità della vita quotidiana.
Discount in testa alla classifica della grande distribuzione
L’aspetto più interessante del quadro tracciato dall’Istat riguarda però la distribuzione per canali di vendita. A trainare la crescita non sono i supermercati o gli ipermercati tradizionali, bensì i discount, che registrano un aumento del 4,7% delle vendite in valore rispetto a giugno 2024.
Ancora più impressionante è il dato del primo semestre 2025, in cui i discount mettono a segno un incremento del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A confronto, la grande distribuzione nel suo complesso cresce “solo” del 3,4%, mentre l’e-commerce, pur in crescita (+4,1%), mostra un’accelerazione meno impattante nel segmento alimentare, dove resta ancora marginale rispetto alla vendita tradizionale.
Le piccole superfici e il commercio ambulante invece arretrano, rispettivamente con un -1,7% e un -1,9%, segno che la sfida competitiva è sempre più ardua per le realtà locali meno strutturate.
Perché i discount convincono sempre più italiani?
Il successo dei discount si spiega con una combinazione di fattori, e cioè prezzi bassi, ma anche assortimenti sempre più ampi e qualitativamente competitivi.
Se un tempo erano percepiti come luoghi dove “comprare a poco”, oggi sono diventati dei veri e propri riferimenti per le famiglie italiane a caccia del miglior rapporto qualità/prezzo.
Molte insegne del discount hanno ampliato l’offerta includendo prodotti biologici, a marchio del distributore, linee premium, gluten-free e persino gourmet, intercettando i nuovi bisogni dei consumatori senza perdere l’identità di convenienza.
Il tutto con format sempre più moderni e accattivanti, che nulla hanno da invidiare ai supermercati tradizionali.
In un contesto dove l’inflazione ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie, anche chi prima frequentava solo supermercati e ipermercati ha imparato a varcare le soglie dei discount, spesso continuando a tornarci.