Caro Aldo,
ogni giorno una strage di civili, sono mesi e mesi, e nessuno dice niente. Ma cosa deve succedere ancora? La politica dovrebbe occuparsi anche di valori, come possiamo sopportare tanta crudeltà.Flavia Muccini

Quello che Israele sta perpetrando a Gaza è un atto deliberato e studiato contro il popolo palestinese. E l’Occidente (Italia compresa) che fa?Dario Bartoleni



















































Cari lettori,
La ferocia che Israele sta dimostrando a Gaza è innanzitutto un crimine e una catastrofe per i palestinesi, vittime due volte, del regime di Hamas e della guerra contro i civili scatenata da Netanyahu. Ma è anche una sofferenza e una delusione per la nostra generazione, nata dopo la Seconda guerra mondiale ma consapevole della Shoah. Noi avevamo con Israele un rapporto sentimentale. Questo rapporto le giovani generazioni non lo hanno. Di Israele vedono solo la ferocia. È molto difficile raccontare o analizzare quella guerra. Subito scatta il legame ideologico, la logica dell’appartenenza. Devi essere pro Pal o pro Israele. Da una parte si grida: «From the river to the sea Palestine will be free»; dimenticando, o peggio sapendo benissimo, che tra il fiume e il mare c’è Israele, che non deve essere distrutto, e non sarà distrutto. Dall’altra parte si nega l’evidenza: a Gaza Netanyahu sta commettendo sia un crimine sia un errore. Perché la violenza genera violenza, il sangue chiama altro sangue. In questo momento gli amici di Israele per primi dovrebbero chiedere a Israele di fermarsi. Basta morti a Gaza. Sparare sui civili in coda per il pane non è guerra. Occorre dare ai palestinesi una prospettiva politica, che non può essere solo sterminati, deportati — ma dove, se nessuno li vuole? — o annessi. Netanyahu sente di avere le mani libere grazie a Trump, che rivendica come il suo massimo successo gli accordi commerciali tra Israele e gli Emirati, propagandisticamente chiamati «la pace di Abramo», firmata sulla pelle dei palestinesi: non poteva funzionare, e infatti non ha funzionato. L’Europa pensa di non potere fare nulla, ma non è vero. Netanyahu usa contro chi lo critica il ricatto dell’antisemitismo. Questo è ignobile. L’antisemitismo — che esiste e va sempre condannato — viene alimentato proprio dai crimini di Netanyahu a Gaza. Fermarli significa sia far sopravvivere i palestinesi, sia proteggere Israele.

22 luglio 2025