“L’avversario più duro da marcare? Nessun dubbio. Marco Belinelli“. Messa così, può essere la risposta di decine e decine di giocatori italiani, magari anche qualche europeo, che prima del 2007 e poi dalla fine del 2020 in poi si sono trovati a confrontarsi nell’ormai celebre gioco senza palla del talento di San Giovanni in Persiceto.

Il fatto è che la frase in questione arriva direttamente dalla Nba. E neppure da un giocatore qualunque, perché stiamo parlando di Jaylen Brown (più giovane di Marco di dieci anni), stella dei Celtics, nonché mvp delle finali Nba del 2024 che videro appunto il successo dei celebri Boston.

Marco è ancora in vacanza e ufficialmente non ha sciolto le riserve sul suo futuro – anche se per lui e Achille Polonara, il club ha preparato un ruolo di ambasciatori, per compattare una squadra assai rinnovata e portare in giro per l’Europa il marchio Virtus –, ma intanto incassa l’ennesimo attestato di una carriera incredibile. Oltre ai titoli italiani (due scudetti con la Virtus e uno con la Fortitudo, tre Supercoppe con la Virtus e una con la Fortitudo, una EuroCup con la Virtus) vanta, unico italiano, un titolo Nba (2014 con i San Antonio Spurs) e il successo nella gara del tiro da tre nella stessa stagione texana. Quattordici i confronti Nba tra i due giocatori, in netto vantaggio lo statunitense, ma il pensiero di Jaylen non cambia.

“Devo essere onesto? Ogni volta che ci giocavo contro mi faceva impazzire. Non smetteva mai di muoversi e mi toccava inseguirlo per tutto il campo, dietro ogni blocco. Anche quando non riceveva il pallone era sempre, sempre in movimento, avanti e indietro: non sapevi mai quando sarebbe partito a tutta velocità”.

Registrato questo ennesimo attestato nei confronti di Marco Belinelli, la Virtus resta sul mercato per chiudere l’organico. L’unico tassello che manca, non è un segreto, è un centro che possa affiancare, sotto canestro, alternandosi con lui, Momo Diouf.

Nelle ultime ore è stato rilanciato il nome di Kenneth Faried, 35 anni, ex Nba, nella stagione appena conclusa a Reggio Emilia. Il giocatore, che Reggio avrebbe voluto confermare (ma la pista non è chiusa), è stato accostato alla Virtus.

Dal club bianconero lasciano filtrare, senza negare le qualità del lungo che ha il vantaggio di conoscere il campionato italiano, che si tratta di un nome che non scalda troppo lo staff tecnico.

Dusko Ivanovic e il direttore generale Paolo Ronci hanno assemblato un gruppo che ha abbassato notevolmente l’età media del gruppo. In sostanza, l’unico over sarebbe Daniel Hackett, una sorta di anello di congiunzione, con capitan Pajola, tra la Virtus che ha appena vinto lo scudetto e quella che si ritroverà, all’Arcoveggio, il 26 agosto.