Il turismo si conferma uno dei principali motori occupazionali dell’economia italiana. Tra agosto e ottobre 2025 sono previste oltre 260.000 assunzioni nel settore, pari a circa il 18,6% del totale delle entrate programmate nel mercato del lavoro per questo trimestre.
Un dato eloquente, che mette in luce la centralità del comparto turistico non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di opportunità professionali, soprattutto per i giovani e per chi è in cerca di un impiego stagionale.
I dati sono quelli del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro.
Il turismo è un settore strategico per l’Italia
Non è un mistero che turismo e ristorazione spingano il lavoro. Con il suo patrimonio culturale, paesaggistico, enogastronomico e artistico, il nostro Paese è da sempre tra le mete preferite dai viaggiatori internazionali. Solo nel 2024, il turismo ha generato decine di miliardi di euro di valore aggiunto, posizionandosi come uno dei pilastri portanti del Pil italiano.
Ma non è solo una questione di entrate economiche. Il turismo rappresenta anche una formidabile leva occupazionale, capace di assorbire una quota significativa della forza lavoro, sia qualificata che non qualificata.
Le figure richieste spaziano dagli operatori della ristorazione agli addetti all’accoglienza, dalle guide turistiche agli animatori, senza dimenticare i professionisti del marketing turistico, i manager dell’hospitality e il personale degli stabilimenti balneari.
260.000 assunzioni previste: chi assume e dove
Dal report, risulta che sono 260.000 le assunzioni previste tra agosto e ottobre 2025 e si concentrano in buona parte nei servizi di alloggio e ristorazione, ma coinvolgono anche il commercio al dettaglio, i trasporti e le attività culturali e ricreative.
La domanda di lavoro si distribuisce in modo eterogeneo sul territorio nazionale, con picchi significativi nelle regioni a più alta vocazione turistica, quali:
- Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia per il turismo di montagna e i laghi;
- Toscana, Lazio e Campania per il turismo culturale e archeologico;
- Puglia, Sicilia e Sardegna per il turismo balneare;
- Emilia-Romagna e Marche per il turismo familiare e sportivo.
In queste regioni alberghi, ristoranti, villaggi turistici e tour operator sono alla ricerca costante di personale, spesso con difficoltà a coprire tutte le posizioni richieste.
Giovani e stagionali: nuove opportunità e sfide
Il turismo continua a rappresentare una porta d’ingresso al mondo del lavoro per giovani e studenti, ma anche per inoccupati, disoccupati e in generale per i lavoratori in cerca di reinserimento.
La stagionalità del comparto, spesso vista come un limite, può invece trasformarsi in un’opportunità: un primo impiego, un’occasione per acquisire competenze, fare esperienza, costruire relazioni professionali e accedere a percorsi di formazione on the job.
Molti datori di lavoro – soprattutto nelle grandi catene alberghiere – offrono oggi percorsi formativi interni, contratti a tempo determinato prorogabili e persino inserimenti a tempo indeterminato per le risorse più valide e motivate.
La trasformazione digitale del turismo, inoltre, sta creando nuove figure professionali, legate al web marketing, all’hospitality management e alla sostenibilità ambientale.
Tuttavia, nonostante i segnali positivi, restano alcune criticità da affrontare. In primis, il problema della qualità del lavoro.
Molti contratti nel turismo sono ancora a tempo determinato o part-time, con retribuzioni basse e condizioni che scoraggiano l’occupazione stabile. La formazione professionale deve poi essere rafforzata, per assicurare che l’offerta di lavoro risponda alle nuove esigenze del mercato.
Per trasformare questa stagione positiva in una crescita duratura e sostenibile, occorrono politiche strutturali, investimenti e una visione chiara del futuro del turismo italiano.
Solo così sarà possibile dare dignità e prospettive concrete a chi lavora nel settore, e fare del turismo non solo un volano economico, ma anche un laboratorio di innovazione, sostenibilità e inclusione sociale.