La procura di Nola ha avviato un’indagine sull’incendio che da venerdì sera sta distruggendo centinaia di ettari di vegetazione sul Vesuvio. Al momento non sono state formulate ipotesi di reato e non risultano indagati. 
Gli sviluppi delle indagini dipenderanno dalla relazione che i carabinieri forestali presenteranno nei prossimi giorni, ma che la natura del rogo possa essere dolosa è un’ipotesi molto probabile.

Intanto la situazione da stamattina è in miglioramento: sul vulcano il fronte delle fiamme oggi non è avanzato e sono iniziate le operazioni di bonifica. A confermarlo è stato il presidente dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca, che questa mattina ha fatto il punto direttamente dalle aree devastate. “La situazione è abbastanza sotto controllo – ha spiegato – e già sono partite le squadre da terra per la bonifica, il lavoro più impegnativo e importante perché evita che le fiamme possano riprendere. Il fuoco non scompare con lo spegnimento della fiamma, bisogna fermarlo con attività mirate”. 

“Stiamo lavorando alacremente, abbiamo rafforzato il dispositivo su alcune fasce e ci sono zone in cui l’incendio si sta marginalizzando – ha dichiarato il prefetto di Napoli Michele di Bari – Credo però che ne avremo ancora per tutta la giornata”.

In azione anche l’Esercito, mentre i Canadair proseguono i lanci soprattutto sulle zone di Terzigno e Ottaviano per spegnere gli ultimi focolai.

Nel corso della giornata è rimasto ferito (fortunatamente in modo non grave), per la caduta di un ramo, un volontario della protezione civile.

Tre giorni di emergenza

L’incendio è divampato venerdì e, nonostante l’impegno continuo di squadre a terra e mezzi aerei, ha continuato ad avanzare per giorni. Dall’alba di oggi sono ripresi i sorvoli, mentre la scorsa notte le squadre hanno operato senza sosta. Le fiamme sono per fortuna sempre rimaste lontane dai centri abitati, ma la situazione è stata definita “estremamente critica” per la vastità dell’area coinvolta.

Nella serata di sabato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha infatti firmato il decreto per lo stato di mobilitazione straordinaria del servizio nazionale, concordato con la Regione Campania. Questo ha consentito l’arrivo di colonne mobili da diverse regioni, tra cui il Veneto che ha inviato immediatamente una trentina di operatori con mezzi speciali. Complessivamente saranno presenti, in aggiunta alle forze già impegnate, ulteriori 15 squadre delle Regioni italiane e 8 squadre della Colonna Mobile nazionale.

“Si è rivelata proficua l’attività dell’Esercito che, con l’ausilio di una trinciatrice e altri mezzi meccanici, ha realizzato una pista tagliafuoco”, spiega in una nota la Regione Campania. “Le attività di spegnimento – dice il direttore generale della Protezione Civile della Regione Campania, Italo Giulivo – sono particolarmente delicate sia per le condizioni atmosferiche (temperature elevate e vento) che per il fondo costituito dagli aghi di pino, che contribuiscono alla propagazione delle fiamme. Resta fondamentale anche il presidio notturno, che stiamo assicurando, anche con il coinvolgimento delle forze dell’ordine. Un ringraziamento al volontariato organizzato della protezione civile regionale e a tutti gli uomini e le donne che stanno lavorando senza sosta”.

Il fronte del fuoco e i danni

Inizialmente esteso per circa 2 chilometri, il fronte delle fiamme ha raggiunto i 3 chilometri, spinto dal vento e dalle alte temperature. Al lavoro dieci mezzi aerei – sei della flotta nazionale e quattro regionali – e numerose squadre di vigili del fuoco, carabinieri forestale, protezione civile nazionale e regionale, Sma Campania e polizia metropolitana di Napoli.

Secondo il sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, sono stati danneggiati circa 480 ettari di vegetazione, pari a circa 680 campi da calcio. “Non ci fermiamo – ha detto – perché la situazione può degenerare in qualsiasi momento. Per le abitazioni non ci sono problemi, ma dobbiamo salvare quanta più vegetazione possibile”.

Accessi chiusi e cenere sui balconi

Tutte le strade di accesso al Vesuvio sono state chiuse. A Terzigno, la palestra comunale ospita la cabina di coordinamento operativo, base delle forze in campo. Intanto, il fumo visibile anche dal versante costiero ha portato cenere fino a Ercolano e nei comuni limitrofi.

L’Ente Parco aveva definito la situazione “complessa e drammatica” nei giorni scorsi, ringraziando istituzioni e volontari. Oggi, con le prime operazioni di bonifica e un quadro definito “abbastanza sotto controllo”, resta comunque alta l’attenzione per evitare riaccensioni.