Lo hanno soprannominato a furor di popolo “il suv dei record”. È un’etichetta importante per un colosso di oltre tre tonnellate e cinque metri di lunghezza, quattro ruote motrici e un motore plug-in hybrid da 912 cavalli. Ma è anche un nickname azzeccato per il Dongfeng M-Hero M817, il nuovo gioiello sfornato dall’azienda cinese Dongfeng Motor Group in collaborazione con Huawei.
Per capire perché basta dare un’occhiata all’andamento delle prevendite del mezzo: dopo appena 60 minuti dal lancio ufficiale c’erano già 9.713 ordini all’attivo. Il prezzo è compreso tra i 329.900 e i 359.900 yuan, che fanno all’incirca 46.000-50.000 dollari.
L’M-Hero M817 presenta intanto due differenti versioni: la City Edition e l’Off-Road Edition. La prima include maniglie delle portiere meccaniche nascoste e ruote a bassa resistenza aerodinamica, mentre la seconda ha cerniere a vista, ruote antistallonamento e un verricello elettrico da 12.500 libbre.
All’interno il suv è dotato di uno schermo di controllo centrale curvo flottante da 15,6 pollici che integra il sistema HarmonyOS Cockpit 5.0 di Huawei, di una manopola rotante in stile orologio e da interruttori a levetta di ispirazione aeronautica, oltre che di 13 prese di corrente e due caricabatterie rapidi wireless.
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Un suv attraente
In patria Dongfeng sembrerebbe aver fatto bingo, riuscendo ad imporsi in un mercato altamente saturo e competitivo come quello del Dragone. I segreti del successo? Innanzitutto, l’M-Hero è un suv dal carattere deciso, disponibile in versione plug-in hybrid (Phev) ad alte prestazioni.
Il sistema prevede un motore a benzina da 1.5 litri accoppiato a due motori elettrici (anteriore e posteriore), per una potenza combinata di 505 kW (687 CV) e una coppia massima di 848 Nm. L’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in soli 5,2 secondi. Abbinata alla batteria Freevoy specifica per l’off-road di Catl, raggiunge un’autonomia in modalità Cltc puramente elettrica di 140 km e un’autonomia combinata superiore a 1000 km.
L’altra nota di merito chiama in causa Huawei, che ha fornito al suv di Dongfeng sia l’infotainment di bordo che una vasta tecnologia intelligente, tra assistenza alla guida avanzata, parcheggio automatico e guida assistita. In mezzo alle futuristiche Byd e alle sportive Xiaomi in Cina c’è dunque ancora spazio per i suv, soprattutto se vengono proposti a cifre così competitive. Le case automobilistiche occidentali prendano nota.
Il ruggito di Dongfeng
Dongfeng non è un’azienda qualunque. È la più piccola delle cosiddette Big Four, ossia i quattro principali gruppi automobilistici statali del Paese che comprendono Saic Motor, Changan Automobile e Faw Group.
Nel 2024 Dongfeng Motor Corporation – che controlla circa l’1,1% di Stellantis – ha registrato un fatturato di circa 14,5 miliardi di dollari (+6,9% su base annua). Fondata nel 1969, nell’ultimo anno Dongfeng (alla lettera “Vento dell’Est”) ha venduto oltre 2 milioni di veicoli.
Conta svariate joint venture con giganti stranieri. Tra le altre partnership citiamo quelle con Honda, Nissan e Stellantis. Lo scorso febbraio le azioni di Dongfeng sono balzate dell’85% a Hong Kong dopo l’annuncio di una eventuale ristrutturazione con un altro gruppo statale.
L’ipotesi di fusione con Changan Automobile aveva fatto crescere le speculazioni su una possibile creazione di un nuovo colosso da 4,5 milioni di veicoli annui. Di recente la stessa Dongfeng ha smentito l’impostazione di merger imminenti: il piano di ristrutturazione è stato sospeso prima ancora di iniziare.
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