Il successo planetario dei film di Avatar potrebbe bastare da solo a garantire un futuro radioso al franchise. Eppure, per James Cameron, le motivazioni che lo tengono legato a Pandora da quasi vent’anni sono molto più profonde del semplice incasso al botteghino.

Dopo aver frantumato ogni record nel 2009, con il primo indimenticabile capitolo, il regista ha fatto attendere i fan tredici anni per il sequel Avatar: La via dell’acqua, uscito nel 2022. Un’attesa strategica, che ha permesso di avvicinare l’uscita del terzo film, Avatar: Fuoco e Cenere, atteso a dicembre 2025, e di pianificare già almeno altri due episodi fino al 2031.

Un impegno a lungo termine, caratterizzato da uno sforzo produttivo inimmaginabile. Ma perché la scelta di investire tutta la sua spinta artistica in questo franchise? La risposta del regista è arrivata nel corso di una nuova intervista, rilasciata poche ore fa al magazine Rolling Stone, dove ha spiegato la filosofia alla base delle motivazioni che lo spingono a continuare:

«Negli ultimi 20 anni mi sono giustificato il fatto di fare film di Avatar non in base a quanti soldi abbiamo guadagnato, ma perché spero che possano fare del bene. Che possano aiutarci a riconnetterci con quel lato perduto di noi stessi che ama e rispetta la natura. Non penso che i film siano la risposta ai nostri problemi umani, ma credo che Avatar sia una sorta di cavallo di Troia: ti attira con l’intrattenimento e poi lavora, un po’, sul cervello e sul cuore».

Il messaggio al centro della saga si accompagna, comunque, a numeri da capogiro: il primo Avatar è ancora oggi il film con il maggior incasso di tutti i tempi (oltre 2,92 miliardi di dollari), mentre La via dell’acqua è salito al terzo posto della classifica globale con 2,32 miliardi. Risultati che assicurano a Cameron la libertà creativa di portare avanti la sua visione.

Con Avatar: Fuoco e Cenere, la mitologia di Pandora si espanderà con l’introduzione del “Popolo delle Ceneri”, una tribù segnata da una catastrofe naturale e che ci mostrerà il lato più oscuro dei Na’vi. La narrazione passerà inoltre dalla prospettiva di Jake Sully (Sam Worthington) a quella di suo figlio Lo’ak (Britain Dalton), segno che la nuova generazione sarà centrale nei capitoli a venire.

Ma l’universo di Avatar non si fermerà al grande schermo. Cameron sta infatti sviluppando una serie antologica animata ispirata a progetti come The Animatrix, pensata per raccontare storie parallele e angoli inesplorati di Pandora: dalla prima spedizione umana sul pianeta a eventi mai mostrati nei film principali.

Il viaggio su Pandora, insomma, è appena a metà strada, e James Cameron sembra determinato più che mai a portare a termine la sua missione, che vedrà come prossima tappa l’uscita di Avatar: Fuoco e cenere nei cinema per il 19 dicembre 2025.

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Foto: 20th Century Studios / Getty Images

Fonte:  Rolling Stone

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