VENEZIA – L’ex presidente della Popolare di Vicenza, Giovanni Zonin, dovrà rimborsare di tasca propria un imprenditore che, nel 2014, fu indotto ad acquistare azioni della banca al prezzo di 62,5 euro ciascuna, per un esborso complessivo di oltre un milione e mezzo di euro, quando il valore effettivo di quei titoli era notevolmente inferiore.

La decisione

Lo ha stabilito la Corte d’appello civile di Venezia condannando Zonin a versare al cavalier Salvatore Ruggeri, fondatore e attuale presidente dell’azienda Valvitalia, con uffici a Montegrotto Terme (Padova) e stabilimenti a Brendola (Vicenza) e in numerose locali del mondo, poco meno di un milione e trecentomila euro, pari al prezzo in eccesso al quale le azioni erano state quotate nascondendo, agli investitori e agli organismi di controllo della Borsa, le gravi difficoltà di bilancio nelle quali versava la Popolare di Vicenza, travolta da un colossale crac pochi anni più tardi, nel 2017. Il collegio giudicante, presieduto da Gabriella Zanon, ha condannato per l’ammontare di 883mila euro, in solido con Zonin (assistito dagli avvocati Claudio Consolo e Marcello Stella) anche l’ex vicedirettore generale della Popolare di Vicenza, Emanuele Giustini (avvocati Pietro Longhini e Aurora Buccafusca). La responsabilità addebitata Giustini è inferiore, dunque nella ripartizione delle quote tra i due, Giustini dovrà rispondere di due quinti della somma, mentre il rimanente è a carico dell’ex presidente della banca vicentina.