di
Marco Calabresi

A Wimbledon ha battuto al primo turno Fognini a fatica, a Cincinnati ha rischiato grosso con Dzumhur. Non sono casualità

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si ritrovano sempre più spesso uno contro l’altro in finale, ma ci arrivano percorrendo strade diverse, soprattutto i primi chilometri. 

Anche a Cincinnati, Jannik ha debuttato con un filo di gas, come era accaduto a Wimbledon; Carlos, invece, dopo i cinque set a Londra contro Fabio Fognini, anche ieri sera ha ceduto un set al bosniaco Damir Dzumhur, che anche al Roland Garros aveva messo in difficoltà lo spagnolo.
Il primo set, durato 29 minuti, sembrava poter anticipare un epilogo simile a quello di Sinner-Galan, ma vuoi per il gioco fastidioso di Dzumhur, vuoi per un numero sempre crescente di errori non forzati di Alcaraz (10 nel primo set, 16 nel secondo, addirittura 18 nel terzo, per un totale di 44), la partita si è complicata. Alla fine, in qualche modo, il numero 2 del mondo l’ha portata a casa, guadagnandosi la sfida al terzo turno contro il serbo Medjedovic, ma servirà un cambio di passo. 



















































E nei prossimi tornei, a cominciare dallo US Open, servirà forse essere meno sicuri dei propri mezzi già dai primi turni per non rischiare di scottarsi. «È stata una vera e propria montagna russa – ha ammesso Alcaraz -. Un sacco di belle sensazioni, brutte sensazioni, poi di nuovo quelle belle. Tutto quello che posso dire è che sono felice di aver vinto alla fine e di avere un’altra possibilità di migliorare. Domani cercherò di ritrovare la fiducia in me stesso, perché oggi è stato un po’ complicato». Sulla partita, per Alcaraz, ha inciso anche la superficie: «La palla vola molto, va velocissima. Bisogna essere pronti a essere in una buona posizione per ogni colpo, e questo è davvero difficile. Bisogna sapere che ci saranno alcuni punti e game durante la partita in cui non ci si sentirà bene, quindi bisogna mantenere i pensieri positivi nel modo giusto. È un sollievo aver vinto». 

Sollievo, ma anche più tempo speso in campo e stanchezza che si accumula: con quella di ieri, nel 2025, sono già 14 le partite al meglio dei tre set in cui Alcaraz è dovuto ricorrere a quello decisivo, e a queste se ne aggiungono altre due al quinto set, quelle vinte contro Fabio Fognini a Wimbledon e quella leggendaria al Roland Garros contro Sinner. Jannik, nel 2025, ha invece giocato solo due volte il terzo set su tre (contro Tommy Paul a Roma e contro Aleksandr Bublik a Halle) e solo una volta il quinto. C’è quel buco di tre mesi tra l’Australia e Roma che rende sbilanciata la statistica, ma quando c’è da fare le cose in fretta per risparmiare energie, Sinner le fa, Alcaraz un po’ meno.

11 agosto 2025 ( modifica il 11 agosto 2025 | 11:24)