L’eredità di Roberto Cavalli è ancora avvolta nel mistero, con i suoi sette eredi che ancora non conoscono l’ammontare dei debiti che il celebre stilista ha lasciato. Morto il 12 aprile 2024, secondo le sue ultime volontà i beni dell’imprenditore fiorentino dovrebbero andare in parti uguali all’ultima compagna Sandra Nilsson e ai sei figli.

Ma il nodo resta proprio quello dei debiti; a metà luglio, il notaio Riccardo Cambi ha pubblicato un invito ai creditori a presentare le “dichiarazioni probatorie del credito vantato”, allegando prove e documentazione. Fino a quella data, l’entità del passivo resterà un’incognita.

L’eredità di Cavalli

Tra i beni che compagna e figli erediteranno ci sono l’elicottero che Roberto pilotava personalmente, lo yacht nero con rifiniture animalier e la villa da 60 camere tra le colline fiorentine dove ha vissuto fino all’ultimo istante. E poi le opere d’arte, i quadri, i terreni e anche la somma ottenuta dalla vendita della sua maison nel 2015.

Alcuni beni risulterebbero già in comproprietà tra gli eredi. Ad esempio la villa, ma anche i 600 metri quadrati di magazzini e laboratori a Bagno a Ripoli. Dubbi invece sulle opere d’arte presenti nelle sue proprietà; Roberto Cavalli aveva una passione per le Madonne del Trecento senese e ne collezionava diverse nelle sue tenute. Sul valore di tutti questi beni per ora non ci sono cifre precise: si parla di un valore compreso tra i 200 e 400 milioni di euro.

La complessità è proprio quella legata ai debiti, se ci sono e quanto incideranno sugli attivi. Per tutelarsi, l’accettazione dell’eredità è stata avviata con “beneficio d’inventario“, uno strumento giuridico che tutela gli eredi e che risponderanno dei debiti solo nei limiti del valore dell’eredità, senza intaccare il proprio patrimonio personale. È una scelta prudente, che si adotta quando il quadro economico del defunto presenta possibili esposizioni significative.

Sei figli e l’ultima compagna, chi sono gli eredi di Roberto Cavalli

I beni dell’imprenditore fiorentino andranno in parti uguali a tutta la sua famiglia allargata, che comprende la sua ultima compagna Sandra Nilsson e i sei figli: Tommaso e Cristiana, avuti nel primo matrimonio con Silvana Giannoni; poi Rachele, Daniele e Robert nati dalla seconda moglie Eva Maria Düringer; infine Sandra Bergman Nillsson e Giorgio, ovvero la compagna dello stilista negli ultimi 15 anni di vita e il suo ultimo figlio.

Non sono previsti litigi tra i famigliari o lotte per prendersi tutta l’eredità o una fetta più grossa degli altri: il primo figlio ha fatto sapere a giornali che “siamo compatti, allineati, non ci sono dissidi”.

L’azienda venduta nel 2015 (e la recente crisi)

Scomparso nel 2024, Roberto Cavalli si era ritirato già da tempo dal lavoro. L’imprenditore aveva ceduto la sua azienda nel 2015, già in fase di declino, al fondo Clessidra in un’operazione del valore complessivo – secondo fonti sindacali – di 450 milioni di cui 230 andati allo stilista che mantenne un 10% del capitale. Non è dato sapere se questi soldi sono già stati spesi dallo stilista, ma è probabile che molti siano rimasti e che gli eredi possano contare quindi una certa liquidità.

La società attuale è da anni in perdita: ha chiuso il 2024 con una crescita del 5% dei ricavi a 79 milioni di euro ma con un rosso aumentato a 23,3 milioni di euro, dal passivo di 20,3 milioni del precedente esercizio. Tanto che, recentemente, si sono levati rumors sulla possibile cessione del gruppo da parte dell’imprenditore emiratino, Hussain Sajwani, azionista unico.