Eva Herzigova indossa un accappatoio bianco che la veste come fosse una stola di visone o almeno questa è l’impressione che dà a chiunque, mentre attraversa, maestosa e scalza, il capannone nella periferia di Londra dove è stato allestito l’angolo per le interviste. I capelli ancora bagnati, un paio di Laboutin da 700 euro abbandonate come fossero infradito ai piedi della sedia in vimini, la modella è reduce da un’immersione di due ore nella vasca di acqua fredda allestita dal fotografo Sølve Sundsbø per i suoi scatti. 52 anni e tre figli, è lei la “sirena” del nuovo calendario Pirelli (o la medusa, o l’elemento dell’acqua: «Che importa», dice, «siamo tutti molecole di energia»). Riflette: «È il terzo Pirelli che faccio. Il primo fu nel 1996 con Peter Lindbergh. Poi nel 1998 con Bruce Weber. E adesso questo, che uscirà nel 2026. Mi piace l’idea di fondere la bellezza con la natura. Ma ho apprezzato soprattuto la selezione delle modelle. È un calendario che esalta la forza delle donne».

FOTO Calendario Pirelli, nel backstage da Ranieri a Herzigova

I NOMI

La modella ceca nota per le battaglie contro il sessismo: non si spogliò nemmeno per Stanley Kubrick, che la voleva in Eyes Wide Shut («Una vecchia storia») – sul Pirelli sarà in ottima compagnia. Agli Arri Stage di Londra, dopo di lei, scatterà Luisa Ranieri. E prima di loro è toccato a Isabella Rossellini, 73 anni, la più grande del gruppo, immersa in un mare di fiori: «Mi ero laureata in etologia perché pensavo che dopo i sessant’anni non avrei più lavorato», dice, «e invece eccomi qua: mai stata impegnata come ora». Bellezze diverse per stile, età, fisionomia: l’androgina Tilda Swinton, la monumentale Gwendoline Christie (la soldatessa gigante del Trono di spade), la tennista Venus Williams, la rapper FKA twigs, l’attrice portoricana Adria Arjona, la designer (e moglie di Nick Cave), Susie Cave, la modella cinese Du Juan e la supermodella russa Irina Shayk.

LA POTENZA

«Sono donne accomunate da una grande fiducia in se stesse, non sono fragili né vulnerabili. Sono potenti, carismatiche» spiega il fotografo norvegese Sundsbø, noto per l’approccio radicale alle nuove tecnologie e l’uso avanguardista dell’intelligenza artificiale. «Nessuna manipolazione digitale, qui. Mi sto divertendo a giocare con gli elementi. Eva l’ho connessa con l’acqua, l’energia di Gwendolyn mi ricorda la luce, Tilda è terra, piante e brezza».
La prima sessione è stata scattata ad aprile, nel Norfolk e nell’Essex, la seconda a giugno a Londra, poi a New York a luglio. Il calendario sarà pronto per il nuovo anno, con una grande presentazione a Praga. «Diciamolo, non sono esattamente nel mio», racconta Ranieri, appena emersa dalla sessione di scatti: coperta da un body color carne ( nudo quasi assente in questo calendario), ha posato investita da un potente getto d’aria, con un telo d’organza che le fasciava il corpo. Il suo elemento, ovviamente, è il vento: «Io detesto fare foto, non faccio mai nemmeno le copertine dei giornali. Ma era un’occasione troppo bella, specialmente dopo i 50 anni».
Suo marito Luca Zingaretti, dice, è il primo fan (Quando gliel’ho detto ripeteva soltanto: «Ma che, davvero? Ma che, davvero?»), mentre alle figlie l’ha detto solo il giorno prima di partire per Londra. «A 52 anni per me è solo un gioco: non voglio essere la bella del villaggio. Ma mi divertiva l’idea di far parte di un gruppo di donne “iconiche” non canonicamente modelle. Corpi che contengono una storia. E poi dai, sì: chi non si sentirebbe lusingata?».


 


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