Kimi Antonelli fa un bilancio del suo primo anno da rookie in Mercedes e rivela “la lezione più grande” imparata come pilota di Formula 1.
Un anno fa, il nome di Kimi Antonelli veniva sempre di più accostato alla Mercedes. Poi, l’annuncio formale nel weekend di Monza, in cui il giovane italiano era stato promosso a rookie per la stagione 2025 di Formula 1, andando a sostituire Lewis Hamilton nel team di Toto Wolff.
Dodici mesi dopo, il pilota bolognese fa un bilancio del suo primo anno da matricola. Tanto da imparare, specialmente sul fronte tecnico.
Credits: F1inGenerale
In un’intima intervista con Crash.net e RACER, Antonelli ha raccontato come l’aiuto del team è stato fondamentale. “Mi hanno preparato, soprattutto per quanto riguarda le procedure. Partenze, cambi di direzione sul volante. Abbiamo un’incredibile quantità di procedure sul volante. Tutte le modalità, del motore, il bilanciamento dei freni, tutte queste cose”, ha svelato.
Importante è stata anche la memoria muscolare, specialmente quando si trattava di ricordare dove si trovavano tutti i pulsanti sul volante. “In F1 si viaggia a una velocità così elevata che, in una frazione di secondo, non so quanti metri si percorrano, una quantità folle di essi. Quindi bisogna essere davvero veloci e coordinarsi bene quando si effettuano i cambi, perché la cosa difficile non è solo farli, ma farli perdendo il minor tempo possibile e perdendo il minimo di concentrazione.”
La preparazione di Kimi Antonelli non si è limitata solo sul lato tecnico. Per un pilota è essenziale sapersi relazionare con il pubblico, i media e gli sponsor. Per questo motivo, il pilota 18enne ha partecipato a un percorso di training con Rosa Herrero Venegas, la sua addetta stampa. “All’inizio dell’anno, mi ha portato in uno studio a Londra e abbiamo fatto una specie di simulazione di conferenze stampa, una sorta di TV Pen”, ha ricordato. Dopo l’intensa giornata, Antonelli riguardava i video per capire “un po’ il mio linguaggio del corpo e come interagisco.”
La “lezione più grande”, Kimi l’ha imparata nel momento più critico di questa stagione. Quando le prestazioni non erano al top, il pilota #12 ha appreso l’importanza di “prendermi del tempo per me stesso. Ho bisogno di tempo soprattutto per prepararmi e per entrare nell’umore giusto, così da essere il più fresco possibile quando torno in macchina.”
Una lezione che Antonelli ha compreso solo molto tardi, ma che ha saputo mettere in pratica. “Mi sembra di aver fatto alcune gare in cui mi sono sforzato troppo, non sono riuscito a gestire bene le cose fuori dalla pista. Stavo scaricando la batteria. E poi, quando sono risalito in macchina, non ero fresco mentalmente.”
Kimi ha percepito maggior stanchezza con il trio di gare all’estero e poi in Europa. “Quella è stata la prima gara in cui ho capito di aver sbagliato così tante cose. Ricordo che già alla fine del venerdì ero esausto.” Poi, la realizzazione: “Ma ora capisco molto meglio. Inoltre, penso che nel triple header in Europa mi sia messo un po’ di pressione inutile, solo perché, ovviamente, guidavo su piste che conoscevo già.” Al contrario, su circuito che non conosceva, Antonelli riusciva a guidare meglio “perché non avevo aspettative”, ha spiegato.
Nelle tre settimane di pausa tra Gran Bretagna e Belgio, il bolognese ne ha approfittato per resettare tutto e rilassarsi. Ciò gli è servito per tornare in forma in Ungheria, dove è tornato a punti in seguito a una serie di gare molto sfortunate.
Crediti immagine di copertina: F1InGenerale
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