Don Capovilla in una foto con Papa Francesco durante una iniziativa in favore del soccorso dei migranti
E’ stato fermato e trattenuto all’aeroporto di Tel Aviv don Nandino Capovilla, esponente di Pax Christi, che dovrà passare la notte in una struttura delle autorità israeliane e verrà rimpatriato domani con il primo volo disponibile.
Il sacerdote veneziano, parroco a Mestre, è noto per le sue iniziative in favore dei diritti umani e dei più deboli, sempre improntate alla nonviolenza.
Nei 22 mesi di guerra a Gaza non ha mancato di esprimere la sua preoccupazione denunciando gli attacchi sui civili inermi e condannando le operazioni militari che hanno prodotto una catastrofe umanitaria. Don Capovilla faceva parte di una delegazione giunta in Israele con due voli dall’Italia, guidata dal presidente di Pax Christi, il vescovo Giovanni Ricchiuti che sta seguendo da vicino il caso. Nel documento di espulsione delle autorità israeliane, che Avvenire ha potuto visionare, è precisato che il sacerdote verrà allontanato «il prima possibile» si legge, «e fino ad allora sarà trattenuto in un luogo designato». Il provvedimento è stato preso in forza di non meglio precisate «ragioni di sicurezza nazionale», che dunque il sacerdote avrebbe messo a rischio, secondo le autorità israeliane, partecipando a iniziative di sensibilizzazione contro la guerra e per il dialogo e la pace tra i due popoli. La decisione potrà essere impugnata davanti alla Corte d’appello israeliana. Intanto don Capovilla se in futuro vorrà tornare in Terra Santa «dovrà presentare una richiesta in anticipo, che verrà presa in considerazione in base alle circostanze del momento».