La data è segnata: luglio 2026. È questa la previsione per l’accoglienza del primo paziente nel nuovo ospedale San Cataldo di Taranto, il grande polo sanitario destinato a rivoluzionare l’assistenza ospedaliera nella città ionica. A confermarlo è Vito Gregorio Colacicco, commissario straordinario dell’Asl di Taranto, che fa il punto sullo stato dell’opera, ormai quasi completata.

«Al momento – spiega – siamo al 98% dei lavori. Appena ci daranno l’agibilità parziale dal Comune saremo in grado di trasferire gli uffici amministrativi. Si stanno allestendo le apparecchiature e abbiamo già tutti i pensili delle sale operatorie. Alcuni reparti sono pronti e arredati, e contiamo di rispettare la data del luglio dell’anno prossimo per il primo paziente». Nel frattempo, la sanità tarantina si prepara a una riorganizzazione complessiva, a partire dal futuro del Santissima Annunziata. La storica struttura sarà riconvertita in una Casa di Comunità hub che ospiterà i medici di medicina generale. Sono previsti anche due ospedali di comunità gestiti interamente da personale infermieristico. Cambia la prospettiva per l’ospedale Moscati, per il quale è stata avanzata al Governo la richiesta di riconversione in ospedale di base.

«Il DM 70 del 2015 – ricorda Colacicco – per l’attivazione di un Pronto Soccorso prevede anche reparti base, come Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Ginecologia e altri servizi. Solo così potremo avere un secondo Pronto Soccorso. Taranto e la sua provincia sono fortemente penalizzati. La città ha circa 190mila abitanti e può contare su un solo Pronto Soccorso. In confronto, a Bari ce n’è uno ogni 110-120mila abitanti». Una disparità evidente, se si considera anche che Taranto concentra discipline ospedaliere uniche nel territorio provinciale, attrattive quindi per tutti i 29 comuni limitrofi. «La situazione – ammette Colacicco – è drammatica. Abbiamo chiesto anche alle strutture private accreditate di attivare un secondo Pronto Soccorso, come già accade a Bari. Il presidente Emiliano ha avanzato una richiesta di finanziamenti integrativi al Governo centrale».

Con il nuovo San Cataldo si rende necessario anche un importante piano di assunzioni. Una parte del personale verrà trasferita dal Santissima Annunziata, ma non sarà sufficiente: serviranno nuovi infermieri, Oss, tecnici e medici. «Ci saranno concorsi specifici – conferma Colacicco – sia per Sanitaservice che per personale sanitario». San Cataldo non sarà solo un nuovo ospedale, ma un polo multidisciplinare, con 723 posti letto e reparti finora assenti in città. Tra le novità, cardiochirurgia, neuropsichiatria infantile, riabilitazione cardiologica e neurologica. Il progetto si inserisce in un disegno più ampio che comprende anche la nascita della Azienda ospedaliera universitaria San Cataldo, in stretta sinergia con la Facoltà di Medicina.

«Quest’anno – ricorda il commissario – avremo i primi laureati. I professori universitari, già presenti al Santissima Annunziata, saranno parte attiva del nuovo polo. I bandi per il polo didattico sono già in fase avanzata. Attraverso i Fondi di Coesione abbiamo ottenuto 29 milioni di euro per realizzare aule e centri di ricerca all’interno della cintura del San Cataldo, su un suolo vicino. Ci saranno collegamenti sotterranei, ma sarà un centro autonomo. La clinica sorgerà invece all’interno dell’ospedale». Sarà «un punto di riferimento – conclude Colacicco – non solo per Taranto, ma per l’intera regione e in Mezzogiorno. Ci vuole ancora un po’ di pazienza ma parliamo di un presidio sanitario all’avanguardia».

G.Riz.

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