Stasera in onda su Rai1 alle ore 21.30 “Io sono Mia“, il film biografico su Mia Martini del 2019, diretto da Riccardo Donna. È Serena Rossi ad interpretare la cantante, con lei Lucia Mascino e Maurizio Lastrico. La narrazione prende il via nel 1989, dalla città di Sanremo, attraverso un racconto in flashback fino al 1970 (e ad alcuni episodi dell’infanzia) in occasione di un’intervista rilasciata dall’artista ad una giornalista proprio in quei giorni poche ore prima dell’esibizione, in cui ripercorre tutta la sua vita artistica e familiare.

Serena Rossi interpreta Mia Martini

La cantante partecipò quell’anno con il brano Almeno tu nell’universo e proveniva dal periodo drammatico della calunnia messa in circolazione dalla fine degli anni settanta da un produttore con il quale si rifiutò di lavorare, secondo la quale portasse sfortuna, e dopo la travagliata storia d’amore con il fotografo milanese Andrea (ispirato ad Ivano Fossati, il quale non ha voluto prendere parte al progetto) con cui è rimasta legata sentimentalmente per circa 10 anni. I primi tempi a Milano è spesso presente un amico romano, un certo Anthony (ispirato a Renato Zero).

La morte di Mia Martini ancora avvolta nel mistero

Mia Martini morì nel maggio del 1995. Fu ritrovata senza vita dal suo manager, che non riuscendo a contattarla, fece intervenire i vigili del fuoco per aprire la porta. La cantante era distesa sul letto, con le cuffie del walkman alle orecchie e la mano protesa verso il telefono, un’immagine che è rimasta impressa nella memoria collettiva. L’autopsia ufficiale, disposta dalla procura di Busto Arsizio, stabilì come causa della morte un arresto cardiaco, probabilmente legato a un mix di condizioni di salute aggravate e all’uso prolungato di farmaci antidolorifici o sostanze stupefacenti. Sul corpo furono trovate tracce di cocaina, una circostanza che fece nascere sospetti su una possibile overdose, anche se la famiglia ha sempre smentito con forza questa ipotesi, negando anche che si trattasse di suicidio.

La vita di Mia Martini era stata segnata da difficoltà personali e professionali. Negli anni aveva subito un isolamento doloroso, alimentato anche da una leggenda nera che la indicava come “porta sfortuna” nel mondo dello spettacolo, una maldicenza crudele che le aveva compromesso molte opportunità lavorative. Il peso di questa emarginazione e della solitudine fu molto forte per la cantante, che nonostante ciò continuò a cantare e a emozionare, come dimostra il suo straordinario ritorno al Festival di Sanremo nel 1989 con “Almeno tu nell’universo“.

Tra le altre ipotesi emerse ci sono anche malattie fisiche, come un fibroma all’utero, che Mia avrebbe temuto di sottoporsi a operazione, e alcuni episodi tragici nella sua vita, come un incidente che causò la morte di due persone e un arresto con accusa di spaccio, mai confermato, avvenuto poco prima della sua morte.

Le dichiarazioni delle sue sorelle, in particolare Leda e Loredana Bertè, hanno acceso ulteriori dubbi. Leda ha parlato di una relazione complicata con il padre, che aveva appena ricominciato a frequentare, e ha raccontato che la notte precedente la morte i due avrebbero litigato, con segni di lotta visibili sul corpo di Mia. Loredana, inoltre, ha denunciato pressioni e comportamenti violenti da parte del padre e ha sempre negato che la sorella si sia tolta la vita o avesse problemi con le sostanze a tal punto da provocarne la morte.

I rimpianti della Bertè

Mia Martini e Loredana Bertè erano profondamente legate e ancora oggi la morte della sorella per la Bertè è una ferita aperta. “Avevamo un rapporto stupendo – ha raccontato nel 2019 a Verissimo – le malelingue e l’ignoranza di alcune persone l’hanno fatta morire dentro. Perché, quando una è brava, l’unico modo per farla fuori è dire che porta sfortuna. Mimì si è rifiutata di cantare per quindici anni”.

Mia Martini e Loredana Bertè

“Con lei è morta una parte di me – ha aggiunto –  Quando sono sul palco la sento dentro di me. Il pubblico mi dà l’energia necessaria per affrontare i miei concerti, e penso che Mimì oggi sia orgogliosa di me”.

E’ doloroso il ricordo di quella notte. “Io ho litigato con la vita e non ci ho ancora fatto pace, perché quella notte maledetta del 1995 lei è morta ed avrà avuto paura – ha dichiarato in un’altra occasione a Canale 5 -era sola ed io questo non me lo posso perdonare. Forse avrei dovuto fare meno viaggi da sola in giro per il mondo e starle accanto, capirla e dirle: ‘Ti voglio bene’. Tra sorelle queste cose solitamente non si dicono. Se glielo avessi detto, mi avrebbe risposto: ‘Che ti serve?’. Le sorelle si danno sempre per scontate, ma la verità è che i mariti si cambiano, le sorelle no”.

“Io ancora fatto pace, perché quella notte maledetta del 1995 lei è morta ed avrà avuto paura – ha dichiarato in un’altra occasione a Canale 5 -era sola ed io questo non me lo posso perdonare. Forse avrei dovuto fare meno viaggi da sola in giro per il mondo e starle accanto, capirla e dirle: ‘Ti voglio bene’. Tra sorelle queste cose solitamente non si dicono. Se glielo avessi detto, mi avrebbe risposto: ‘Che ti serve?’. Le sorelle si danno sempre per scontate, ma la verità è che i mariti si cambiano, le sorelle no”.