Il governo spagnolo (di centrosinistra) ha impugnato la norma approvata dall’amministrazione della cittadina di Jumilla (con una maggioranza di destra) che vieta l’uso di edifici pubblici comunali per celebrare festività islamiche. Secondo il governo il provvedimento vìola la libertà religiosa sancita dalla Costituzione, e ha chiesto che venga ritirato. Il comune ha un mese di tempo per rispondere, poi la questione passerà ai tribunali.
La norma era stata proposta da un consigliere del partito di estrema destra Vox e inizialmente prendeva di mira in modo esplicito la comunità musulmana, riducendone i diritti. È stata poi modificata dal Partito Popolare, di centrodestra: la versione finale non menziona la religione islamica, ma fa riferimento a tutte le «attività culturali, sociali o religiose non gestite dal Comune». L’intento è comunque lo stesso: Vox ha elogiato la misura dicendo che impedisce «di celebrare feste islamiche negli spazi pubblici» e difende le «radici cristiane» della Spagna.
Jumilla è una città di 27mila abitanti nel sud-est della Spagna, e ha una comunità musulmana di circa 1.500 persone. Gli spazi gestiti dal comune, in particolare i centri sportivi, erano gli unici in città capaci di ospitarle tutte: negli anni scorsi vi avevano celebrato la festa per la fine del Ramadan (nota come Eid al Fitr) e l’Eid al Adha (Festa del sacrificio), un’altra importante ricorrenza, senza che si verificassero problemi.
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