Sondaggio: il 91% degli investitori teme la bolla azionaria negli USA
Il forte rialzo registrato dai minimi di aprile ha rafforzato la convinzione dei gestori di fondi che le azioni statunitensi siano sopravvalutate, con una percentuale record che ritiene le valutazioni eccessive e che torna ad affollarsi sul “Magnificent Seven trade”.
Il sondaggio condotto da Bank of America tra i gestori di fondi nel mese di agosto mostra che il 91% dei partecipanti ritiene ora che le azioni statunitensi siano sopravvalutate, il dato più alto dall’inizio del sondaggio nel 2001, in aumento rispetto all’87% di luglio.
“Long Magnificent 7”, ovvero il gruppo dei titoli mega-cap del settore tech che comprende NVIDIA Corp. (NASDAQ:NVDA), Microsoft Corp. (NYSE:MSFT), Apple Inc. (NASDAQ:AAPL), Alphabet Inc. (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL), Amazon Inc. (NASDAQ:AMZN), Meta Platforms Inc. (NASDAQ:META) e Tesla, Inc. (NASDAQ:TSLA), ha riconquistato il titolo di scelte più affollate, citato dal 45% degli intervistati, che torna per la prima volta in cima alle preferenze da marzo. “Short sul dollaro USA” è sceso al secondo posto con il 23%.
Gli Stati Uniti sono considerati il mercato azionario più sopravvalutato a livello globale, mentre i mercati emergenti sono visti come i più convenienti, con il 49% netto che li definisce sottovalutati, il dato più alto da febbraio.
Michael Hartnett, capo stratega azionario di Bank of America, ha affermato che questo non è un chiaro punto di svolta per i mercati, ma il sentiment è il più ottimista da febbraio.
Solo il 5% dei gestori è posizionato per un hard landing, uno scenario di forte rallentamento della crescita, in calo rispetto all’inizio dell’anno.
Il sondaggio ha rilevato che il 68% dei gestori prevede un soft landing per l’economia, mentre il 22% ritiene che non ci sarà alcun “atterraggio”, il che significa che la crescita continuerà senza rallentamenti.
Le disponibilità liquide sono scese al minimo storico del 3,9% del patrimonio gestito, mentre le allocazioni azionarie sono aumentate per il quarto mese consecutivo, raggiungendo un sovrappeso netto del 14%, il livello più alto da febbraio.
L’ottimismo sull’intelligenza artificiale rimane elevato: il 55% ritiene che l’IA stia già aumentando la produttività, in aumento rispetto al 42% di luglio.
L’esposizione alle criptovalute rimane minima, con solo il 9% dei gestori che ne detiene e un’allocazione ponderata nel portafoglio dello 0,3%.
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L’oro è più popolare, detenuto dal 48%, ma l’allocazione media è solo del 2,2%. La maggior parte degli investitori, il 41%, non segnala alcuna esposizione all’oro.
I timori di una guerra commerciale rimangono il principale “rischio di coda” con il 29%, ma in calo rispetto al 38% di luglio.
Le preoccupazioni relative all’inflazione persistente che blocca i tagli dei tassi da parte della Federal Reserve sono salite al 27%, mentre il 20% teme un forte aumento dei rendimenti obbligazionari e il 14% vede una possibile bolla azionaria legata all’IA come la minaccia più grave.
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