di
Fulvio Fiano

Con la conferma dello strangolamento di Anastasia Trofimova il quadro delle accuse al 46enne è chiaro. Ma la sua vita «immaginaria» resta ancora da esplorare

Era il tassello mancante, forse tanto scontato quanto necessario a chiudere il cerchio. Per contestare a Francis Charles Kaufmann anche l’omicidio della compagna Anastasia Trofimova oltre che della figlia Andromeda, e provare a disegnare, stante il suo silenzio, cosa gli sia passato nella mente quando ha deciso di ucciderle a distanza di due giorni una dall’altra a villa Pamphili.

La relazione con la russa

Il profilo psicologico del 46enne che aveva cambiato nome in Rexal Ford per accreditarsi come regista e sceneggiatore (e cancellare le macchie sulla sua fedina penale statunitense) assomiglia sempre più a quello di un soggetto che aveva finito per credere alle sue bugie. Tanto abile a costruirle, quanto incapace nel farci i conti, se non eliminando quei due esseri umani che viveva ormai come un «intralcio». Lo porta a pensare la ricostruzione della relazione con la ragazza di Omsk, conosciuta a Malta due anni prima. Lei, laureata in ingegneria, che va sull’isola in vacanza e decide di cambiare vita per lui. Un veloce rientro in Siberia a settembre 2023, il licenziamento dal suo lavoro moscovita (edilizia scolastica) dietro le sue insistenze e poi quel silenzio durato mesi anche con i genitori che ne denunciano la scomparsa. Quando riappare, raccontano loro, la 28enne dice di essere felice ma sembra già soggiogata da quell’uomo. Lui le dice che è un nome nel mondo del cinema Usa, che è anche uno chef (e lavora in un ristorante in attesa che venga lanciato il suo ultimo film), probabilmente le promette un futuro felice in Europa o altrove. Fatto sta che Anastasia rimane presto incinta e a Marsaskala si trova isolata, senza lavoro e poi anche senza telefono per poter comunicare all’esterno. «Ci disse di aver perso le sim russe ma non le abbiamo creduto», raccontano i genitori.



















































I film mai girati

A Malta Kaufmann prende una casa in affitto dove nasce Andromeda grazie a una ostetrica privata e all’oscuro delle autorità locali. La porta nell’ambasciata Usa pretendendo di riconoscerla lì, seduta stante. La mamma della bambina è senza documenti, il visto scaduto la rende di fatto una clandestina nella Ue e forse per questo, la scorsa primavera, a bordo di un catamarano e lontani dai controlli, sbarcano in Italia. Dietro di sé Kaufmann lascia un immaginario kolossal a tema culinario, girato proprio sull’isola con un cast di nomi hollywoodiani. Senza che però niente di tutto questo esista se non per una locandina dozzinale su un sito specializzato.

I mancati controlli di polizia

La stessa trama, ambientata a Firenze, è la nuova impresa che lui si convince di poter realizzare. Contatta produttori e agenzie specializzate, ottiene anche i finanziamenti del Mic, viene forse truffato da chi li intasca a suo nome. Ma a svanire sotto i suoi occhi è anche la vita che Kaufmann impone ad Anastasia di raccontare ai genitori con poche e selezionate foto di vita familiare, ancor più rare e controllate chiamate dal suo telefono. Solo quando lei riesce a mandare una email in Russia fa cenno ai «problemi» con quell’uomo. Tra fine aprile e giugno Kaufmann viene segnalato o fermato una, due, cinque volte per ubriachezza, liti in strada, atteggiamenti aggressivi verso la compagna, ma mai portato in Questura. Alla polizia lui dice di essere un turista americano e questo basta a stoppare i controlli. Anche quando la bambina sembra a rischio. Per poche settimane sono in affitto, ma non pagano. Finiscono in strada, dormono nel parco e si lavano alla fontana di un mercato dietro San Pietro. Il 4 giugno Kaufmann viene visto per l’ultima volta con Anastasia, il 6 con la figlia mentre prova a infilarsi in un albergo. Poi scompare anche la piccola, soffocata, spogliata e abbandonata a duecento metri dalla madre, come un oggetto che gli dà ormai fastidio.


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11 agosto 2025