La Blue Tongue, malattia virale che colpisce in particolare gli ovini, è tornata a preoccupare seriamente gli allevatori italiani. Confagricoltura segnala che nei mesi di giugno e luglio si è verificato un incremento improvviso dei focolai, con una diffusione del virus che fa temere per le prossime settimane un vero e proprio picco epidemico. Dietro i numeri ci sono le storie delle persone, nella provincia di Fermo colpito l’allevamento di Giulia Alberti, a Montefortino, che ha perso metà del suo gregge, pecore e agnelli che erano parte della famiglia. Il primo esemplare morto è stato Pernesto, il montone da cui tutto è cominciato, un dolore grande per tutta la famiglia. La Regione rassicura, gli allevatori sottolineano di non aver avuto la corretta informazione e oggi devono ripartire con le loro forze. Secondo un’elaborazione dei dati ufficiali condotta da Confagricoltura, i focolai attivi da inizio anno hanno già raggiunto quota 768, di cui oltre 600 concentrati solo negli ultimi due mesi: 273 a giugno e 362 a luglio. Numeri preoccupanti se confrontati con quelli dello stesso periodo del 2024, quando i focolai erano stati meno di 100. Le Marche sono tra le regioni più colpite, con Abruzzo, Lazio e Umbria, ma in tutto il Paese ad oggi sono circa 160.000 gli animali coinvolti, per la stragrande maggioranza ovini, con oltre 6.000 capi ammalati e 3.600 decessi. Alla luce della situazione, Confagricoltura chiede alle istituzioni misure urgenti e coordinate su tutto il territorio nazionale, a partire da piani di vaccinazione mirati e con copertura di tutti i costi a carico degli allevatori e di tutti sierotipi circolanti. “Sarebbe necessario, poi, dar vita immediatamente ad interventi di prevenzione e sostegno per le spese effettuate per l’acquisto e l’utilizzo di repellenti contro gli insetti vettori. Infine, sono senza dubbio da prevedere indennizzi per le perdite dirette e indirette subite dagli allevamenti colpiti, inclusa la mancata produzione e i costi per il ripristino del patrimonio zootecnico”. Giulia ha fatto fronte alle prime, urgenti spese, comprese quelle per smaltire le carcasse, grazie ad un crowdfunding che ha messo in modo l’amore e la generosità di tante persone. Oggi però, ribadisce Confagricoltura, c’è la necessità di istituire un Fondo nazionale per le malattie animali e vegetali, con una dotazione finanziaria adeguata, per intervenire tempestivamente in situazioni di emergenza come quella attuale e garantire il sostegno agli allevatori su tutto il territorio nazionale.