Forse sarà uno studentato, forse sarà abbattuto, ma per loro è un esempio di architettura brutalista da conservare e rilanciare con un progetto sociale innovativo di co-housing, finanziato da un investitore e dalle famiglie che lo abiteranno: «Dom-Unione» è la nuova vita dell’ex istituto Dominioni per due studentesse, Emma Dias de Ziegler ed Emma Dovis, allieve della scuola di architettura di Grenoble, che hanno studiato l’edificio per il master Architecture, Villes, Ressources sul recupero degli stabili abbandonati.

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barbara cottavoz

06 Febbraio 2024

Dovis ha studiato in un liceo di lingua italiana e quindi la scelta del nostro Paese era scontata, meno la scelta di Novara come obiettivo della ricerca: «L’incarico del master prevedeva di conoscere e far conoscere una città di medie dimensioni poco nota, ci piaceva l’idea di stare in Piemonte, vicina alla nostra Auvergne-Rhône-Alpes – raccontano le studentesse -. Al tema noi abbiamo aggiunto il desiderio di elaborare un modo di vivere alternativo».

Del primo impatto a Novara ricordano un aspetto: «La città ha beni patrimoniali notevoli, come il paesaggio delle risaie e i monumenti (in primis la cupola di San Gaudenzio), tuttavia ci ha colpito lo spazio importante occupato dalle auto rispetto a mobilità dolce e trasporto pubblico».

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Barbara Cottavoz

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Dias de Ziegler e Dovis hanno scoperto il Dominioni dall’annuncio di vendita del Comune che aveva anche pensato di abbatterlo. Hanno elaborato un’idea molto diversa che, secondo loro, è in linea con «la storia dell’edificio, impregnata di un’eredità sociale importante essendo stato orfanotrofio e poi sede dei giudici di pace. Questa affinità fa eco all’etica del Brutalismo, nato in reazione alla brutalità del mondo». L’idea è di recuperare lo stabile con una forma di co-housing con un investimento pubblico-privato, realizzato in parte dalle famiglie che recuperano la porzione in cui alloggeranno e in parte da uno sviluppatore immobiliare che poi affitterà negozi, alloggi per studenti e turisti, spazi di incontro e co-working. Il progetto prevede spazi comuni (lavanderia, orto, deposito bici) e sale d’incontro per residenti e quartiere: «La Dom-Unione propone un modo di vivere alternativo, il cohousing, che si ispira alle città-slow, adatto a una zona come Porta Mortara».