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Qui sotto trovate una lista di film con il 100% di recensioni positive. Che cosa significa? Il “punto di osservazione” è il sito Rotten Tomatoes, un aggregatore di recensioni che utilizza un metodo particolare per monitorare il gradimento del film da parte della critica – che viene sintetizzato nel cosiddetto “Tomatometer”.

In questo articolo di Esquire, Stanlio Kubrick ha spiegato che cos’è Rotten Tomatoes e come funziona il sistema di valutazione del sito: “È un aggregatore online di recensioni cinematografiche e televisive – ha scritto – nato nel 1998 allo scopo di raccogliere il maggior numero di opinioni critiche possibili relative a un film o a una serie TV così da restituire un ‘punteggio’ che dovrebbe essere indicativo di cosa, in media, la critica pensa di un’opera. Il metodo Rotten Tomatoes è ragionevolmente semplice da spiegare: ogni recensione, che abbia un voto o meno, viene indicata semplicemente come positiva o negativa (‘fresh’ o ‘rotten’: il riferimento è alle performance teatrali andate male alla fine delle quali il pubblico lancia pomodori sul palco); se un film o una serie TV raccolgono almeno il 60% di recensioni positive vengono considerate “fresh”, sotto il 60% invece sono ‘rotten'”.

Se un film accumula più di 80 recensioni, tra cui almeno 5 di un “Top Critic”, e supera il 75% di giudizi positivi, guadagna il sigillo di qualità “Certified Fresh“. Nell’articolo si nota giustamente che “non stiamo parlando di scale numeriche: per Rotten Tomatoes una recensione da 7 vale quanto una da 10“. Chi sintetizza l’accoglienza della critica in un punteggio che va da 1 a 100 è invece MetaCritic, l’altro famoso aggregatore di recensioni.

Per venire al dunque, esiste un gruppo di film (al momento sono 68) con un punteggio perfetto: in altre parole, e per utilizzare la terminologia del sito, si tratta di film con un Tomatometer ben oltre il Certified Fresh, fermo restando gli stessi requisiti, cioè 80 recensioni almeno di cui 5 di Top Critic.

Il sistema di valutazione di Rotten Tomatoes fa in modo che quelli qui sotto non siano necessariamente i film migliori della storia del cinema, ma piuttosto quelli in cui non c’è nessun errore clamoroso, che altrimenti avrebbe influenzato il giudizio e quindi intaccato il punteggio perfetto. Vi troverete diverse gemme nascoste: non dimenticate di prendere appunti.

I film con il massimo Tomatometer su Rotten Tomatoes

  • Bait (2019), di Mark Jenkin
  • Local Hero (1983), di Bill Forsyth
  • Sugar Cane Alley (1983), di Euzhan Palcy
  • La paura mangia l’anima (Ali: Fear Eats the Soul, 1974), di Rainer Werner
  • Cappello a cilindro (Top Hat, 1935), di Mark Sandrich
  • Paper Spiders (2021), di Inon Shampanier
  • I dimenticati (Sullivan’s Travels, 1941), di Preston Sturges
  • Un condannato a morte è fuggito (A Man Escaped, 1956), di Robert Bresson
  • Stalker (1979), di Andrej Tarkovskij
  • Ragazze in uniforme (Mädchen in Uniform, 1931), di Leontine Sagan
  • Mickey and the Bear (2019), di Annabelle Attanasio
  • The First Slam Dunk (2022), di Takehiko Inoue
  • Au Hasard Balthazar (1966), di Robert Bresson
  • Le notti di Cabiria (Nights of Cabiria, 1957), di Federico Fellini
  • In cerca di Bobby Fischer (Searching for Bobby Fischer, 1993), di Steven Zaillian
  • Čahāršanbe Sūrī (2006), di Asghar Farhadi
  • Una tomba per le lucciole (Grave of the Fireflies, 1988), di Isao Takahata
  • The Velvet Queen (2021), di Marie Amiguet e Vincent Munier
  • Ilo Ilo (2013), di Anthony Chen
  • Fanny e Alexander (Fanny and Alexander, 1982), di Ingmar Bergman
  • On Becoming a Guinea Fowl (2024), di Rungano Nyoni
  • Roma città aperta (1945), di Roberto Rossellini
  • Ombre Rosse (Stagecoach, 1939), John Ford
  • L’impero delle ombre (Miljeong, 2016), di Kim Ji-woon
  • Il monello (The Kid, 1921), di Charlie Chaplin
  • Prima dell’alba (Before Sunrise, 1995), di Richard Linklater
  • La corazzata Potëmkin (1925), di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn.
  • Sangue blu (Kind Hearts and Coronets, 1949), di Robert Hamer
  • La leggenda di Robin Hood (The Adventures of Robin Hood, 1938), di Michael Curtiz e William Keighley
  • Furore (The Grapes of Wrath, 1940), di John Ford
  • Vite vendute (Le Salaire de la peur, 1953), di Henri-Georges Clouzot
  • Viaggio a Tokyo(Tōkyō monogatari, 1953), di Yasujirō Ozu
  • Chained for Life (2018), di Aaron Schimberg
  • Anatomia di un omicidio (Anatomy of a Murder, 1959), di Otto Preminger
  • La febbre dell’oro (The Gold Rush, 1925), di Charlie Chaplin
  • L’ombra del dubbio (Shadow of a Doubt, 1943), di Alfred Hitchcock
  • Il tesoro della Sierra Madre (The Treasure of the Sierra Madre, 1948), di John Huston
  • Nick mano fredda (Cool Hand Luke, 1967), di Stuart Rosenberg
  • Tampopo (Tanpopo, 1985), di Jūzō Itami
  • Girls Will Be Girls (2024), di Shuchi Talati
  • Il pirata nero (The Black Pirate, 1926), di Albert Parker
  • La parola ai giurati (12 Angry Men, 1957), di Sidney Lumet
  • Slalom (2020), di Charlène Favier
  • Pioggia di ricordi (Omohide poro poro, 1991), di Isao Takahata
  • Tre colori – Film Rosso (Trois couleurs: Rouge, 1994), di Krzysztof Kieślowski
  • Il patto del silenzio – Playground (Un monde, 2021), di Laura Wandel
  • M – Il mostro di Düsseldorf (Eine Stadt sucht einen Mörder, 1931), di Fritz Lang
  • Nowhere Special – Una storia d’amore (Nowhere Special, 2020), di Uberto Pasolini
  • Pinocchio(1940), vari registi
  • Aruitemo aruitemo (2008), di Hirokazu Kore-eda
  • Vertigine (Laura, 1944), di Otto Preminger
  • Poesia (Si, 2010), di Lee Chang-dong
  • Terminator (The Terminator, 1984), di James Cameron
  • Zgjoi (2021), di Blerta Basholli
  • Cantando sotto la pioggia (Singin’ in the Rain, 1952), di Stanley Donen e Gene Kelly
  • Toy Story – Il mondo dei giocattoli (Toy Story, 1995), di John Lasseter
  • Zombie contro zombie – One Cut of the Dead (Kamera o tomeru na!, 2017), di Shin’ichirō Ueda
  • La storia della Principessa Splendente (The Tale of the Princess Kaguya, 2013), di Isao Takahata
  • Estate 1993 (Estiu 1993, 2017), di Carla Simón
  • I sette samurai (Shichinin no samurai, 1954), di Akira Kurosawa
  • Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story, 1940), di George Cukor
  • His House (2020), di Remi Weekes
  • Gloria (2013), di Sebastián Lelio
  • Wallace e Gromit – Le piume della vendetta (Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl, 2024), di Nick Park, Merlin Crossingham
  • All We Imagine As Light – Amore a Mumbai (All We Imagine as Light, 2024), di Payal Kapadiya
  • Toy Story 2 (Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa, 1999), di John Lasseter, Lee Unkrich, Ash Brannon
  • Senza lasciare traccia (Leave No Trace, 2018), di Debra Granik

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Sunset Boulevard//Getty Images

Headshot of Giuseppe Giordano

Guardo film e gioco a videogiochi, da un certo punto della vita in poi ho iniziato anche a scriverne. Mi affascinano gli angolini sperduti di internet, la grafica dei primi videogiochi in 3D e le immagini che ricadono sotto l’ombrello per nulla definito della dicitura aesthetic, rispetto alle quali porto avanti un’attività di catalogazione compulsiva che ha come punto d’arrivo alcuni profili Instagram. La serie TV con l’estetica migliore (e quella migliore in assoluto) è comunque X-Files, che non ho mai finito per non concepire il pensiero “non esistono altre puntate di X-Files da vedere per il resto della mia vita”. Stessa cosa con Evangelion (il manga).