di
Paola Medori
La location per le scene del film. E da gourmand, il Premio Oscar ha trasformato il suo Grand Tour in un viaggio gastronomico
Mattina presto. Piazza di Spagna è già un set a cielo aperto. Una piccola folla di turisti si accalca ai piedi della scalinata di Trinità di Monti. Tutti gli occhi sono puntati sui tavolini rossi di Babingtons, storica sala da tè britannica.
Barba bianca, look casual e sorriso sornione: è Mel Gibson. Stavolta non è dietro la macchina da presa ma davanti all’obiettivo. L’attore e regista americano è tornato da protagonista in una missione top secret. Seduto, sotto un ombrellino che lo ripara dal sole romano, davanti a un bicchiere di vino rosso (niente tè, almeno per oggi). Ciak, si gira: la camera lo segue, la troupe allontana i curiosi. Spot di un nuovo smartphone? Mistero fitto, nessuna notizia ufficiale è trapelata. Non sarà Arma Letale 5 (forse) ma rivederlo in azione è sempre un piacere.
Negli ultimi mesi, l’interprete di Braveheart si gode il suo personale Grand Tour italiano, preludio del suo ritorno al cinema. In queste settimane prenderanno il via le riprese di La Passione di Cristo: Resurrezione (The Resurrection of the Christ), sequel del kolossal che vent’anni fa sbancò il botteghino. Set principale: gli storici studi di Cinecittà, nel nuovo Teatro 22, ma anche altre location fuori Roma: nel Lazio, con una tappa a Viterbo – la «città dei Papi» – dove ha adocchiato una torre medievale, e nel Sud Italia, tra Matera, Altamura, Gravina, Laterza e Ginosa.
Nel cast tornano Jim Caviezel nei panni di Gesù, Maia Morgenstern come Maria e Francesco De Vito, ancora una volta nel ruolo dell’apostolo Pietro. Il regista ha già anticipato che questo sequel non sarà una semplice storia lineare. «Devo mettere insieme l’evento centrale con tutto ciò che succede nel futuro, nel passato e in altri mondi — quasi un salto nella fantascienza». Il film arriverà in due parti nel 2027: la prima uscirà il Venerdì Santo (26 marzo), la seconda, 40 giorni dopo, per la festa dell’Ascensione (6 maggio).
Da vero gourmand, il Premio Oscar ha trasformato il suo Grand Tour in un viaggio gastronomico. Lo abbiamo avvistato tra ristoranti dal sapore mediterraneo e tavole tipicamente romane. A Viterbo si è fermato al Richiastro per gustare fettuccine all’uccelletto pazzo; Roma, in serate diverse, ha assaporato una cena golosa da Pesciolino, proprio dietro piazza di Spagna, per poi scegliere l’Osteria Pasquino, vicino piazza Navona, dove amatriciane fumanti e cacio e pepe cremosissime sono star assolute.
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11 agosto 2025
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