di
Chiara Evangelista

Originaria di Ruvo di Puglia, si era trasferita a Milano 40 anni fa aveva lavorato per anni al cotonificio Cederna del Gratosoglio. La passione per i viaggi e la mensa solidale dei Francescani

Gaetano e Filippo si inginocchiano tra i segni lasciati con il gesso dai vigili in mezzo alla strada, in via Saponaro, estrema periferia sud di Milano. Da terra raccolgono e spolverano il quadrante dell’orologio della mamma, Cecilia De Astis, 71 anni, travolta e uccisa da un’auto «pirata» (rubata) nel quartiere Gratosoglio. Proprio lì dove nel 1986 la signora, di origini pugliesi, si era trasferita con suo marito per ricominciare una nuova vita al Nord. Quest’estate sarebbe dovuta tornare nella sua Ruvo di Puglia, la sua terra d’origine. Ma alla fine aveva declinato l’invito dei parenti, per restare a Milano, la città che da decenni era diventata casa.

Ieri i figli, insieme agli altri familiari, hanno recuperato gli ultimi ricordi della 71enne, rimasti sull’asfalto nel punto dell’incidente. La signora Cecilia è stata investita pochi minuti prima delle 12 di ieri. Un impatto violento. È morta quasi sul colpo. Dall’auto, una Citroen Ds4 bianca, sono scesi e scappati quattro giovanissimi, attualmente ricercati dagli inquirenti. La macchina era stata rubata domenica sera a quattro turisti francesi, che ieri sono arrivati in via Saponaro: «Eravamo tornati da un giro in centro, erano le 20. L’auto era scomparsa. Era ancora piena di bagagli. L’abbiamo ritrovata ora. Siamo sotto choc, increduli».



















































A Milano, la 71enne si dedicava a una vita da pensionata. Quando s’era trasferita, quasi quarant’anni fa, aveva trovato lavoro in un cotonificio del Gratosoglio, la «Cederna». Lo storico stabilimento tessile, fondato negli anni Trenta. aveva poi chiuso nel 2020, pochi mesi prima della pandemia, e lei aveva appena fatto in tempo ad andare in pensione. La cultura dell’ago e del filo, del «tenere insieme», l’aveva però accompagnata anche una volta terminato il tempo lavorativo. «Una persona disponibile, apprezzata, stimata», raccontano le voci di chi l’ha incrociata, sottolineando che la signora Cecilia era sempre presente per il quartiere, pronta a dare una mano per gli altri. La sua passione erano i viaggi: le sue tappe ricordate dalle immagini ricordo sui social catturano angoli di Alassio, Siviglia, le Alpi, Matera. Negli ultimi mesi frequentava la mensa a pochi metri da casa, luogo di socialità del quartiere. E proprio ieri, pochi istanti prima dell’incidente, stava uscendo dalla «Casa della solidarietà» dei fratelli di San Francesco, dove era stata invitata a pranzo. All’uscita, sul lato opposto della strada rispetto all’ingresso della fondazione, è stata centrata dalla Citroen.

«Fatevi un esame di coscienza», le parole rivolte ai «pirati», ai microfoni delle televisioni, dai figli Gaetano e Filippo. Che poi hanno ricordato l’ultima volta in cui hanno visto la madre: «L’unica fortuna è che ci siamo organizzati per una cena la sera prima dell’incidente», spiegano commossi. E alla fine, l’appello ai quattro fuggitivi: «Tutti hanno fatto bravate, ma non così. Costituitevi».


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12 agosto 2025 ( modifica il 12 agosto 2025 | 07:23)