di
Giulio Gori

Una pec al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per manifestare lo sdegno di una madre contro la decisione di inserire nel Nitag, il comitato sui vaccini, due personaggi apprezzati dall’universo «no-vax», Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite

GREVE IN CHIANTI – «Lei, signor ministro, espone me, le mie figlie ed i miei cari ad un rischio reale di salute e rimpingua indirettamente i portafogli di tanti millantatori di pratiche pseudo scientifiche». Una pec al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per manifestare lo sdegno di una madre contro la decisione di inserire nel Nitag, il comitato sui vaccini, due personaggi apprezzati dall’universo «no-vax», Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite. A scriverla non è una mamma qualsiasi: Corinna Verniani, con la sua denuncia contro i tanti bambini non vaccinati in classe che costrinsero sua figlia immunodepressa a cambiare scuola e a dover studiare a molti chilometri dalla sua Greve in Chianti, nel 2016 portò alla ribalta il diritto dei più fragili a essere protetti grazie all’immunizzazione collettiva

Il caso destò l’interesse dell’allora assessora regionale alla Salute Stefania Saccardi, che portò la rivendicazione all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni. Fu anche da quella scintilla che nacque l’obbligo vaccinale pediatrico della ministra Beatrice Lorenzin.



















































Verniani, che oggi è consigliera comunale per la lista Greve Immagina, così ha scritto a Schillaci: «Per chi come me, genitore che ha fatto la brutale conoscenza delle gravi conseguenze che una malattia infettiva può scatenare sul piccolo corpicino della propria figlia e che ha poi voluto e dovuto spendersi pubblicamente, con un costo psicologico non indifferente, per promuovere tra gli altri miei pari l’adesione alle vaccinazioni, ma soprattutto per essere parte attiva civicamente di quella società che tutti insieme dobbiamo curare, scoprire che lei, con grande leggerezza, disattende invece a questo compito così importante, è a dir poco sconcertante». 

La figlia di Corinna, quando era molto piccola, ebbe una grave encefalite da cui sopravvisse, ma che le rese impossibile concludere il ciclo di vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia. Rendendola esposta al contagio, a causa di 8 bambini su 19 di quella classe che non erano immunizzati.

In questi anni Verniani è diventata un simbolo, tanto da essere esposta agli attacchi dei no-vax. E racconta di aver subito attacchi anche dal medico-pediatra-omeopata pisano Eugenio Serravalle (il quale rifiuta l’appellativo di «no-vax», ma con l’associazione da lui presieduta, Assis, mette in dubbio la sicurezza dei vaccini e smentisce la loro efficacia, non solo collettiva ma persino individuale): «Conservo tutti i ritagli, di me una volta ha pure detto che, promuovendo i vaccini, spingerei verso il baratro i figli degli altri genitori», dice al nostro giornale Corinna Verniani. La cui pec al ministro Schillaci prosegue: «La nomina nel comitato tecnico consultivo sulle vaccinazioni di due personaggi cruciali nel mondo dell’anti vaccinismo fa venir meno la certezza che un ministro della Repubblica avrebbe difeso sempre la salute pubblica e il metodo scientifico». 


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12 agosto 2025