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Redazione Online ed Elisa Messina

Dopo i 161 voti favorevoli, subito è partito un applauso in Aula. La Russa: «Sui temi importanti siamo uniti, nessuna distinzione di appartenenza»

Il disegno di legge sul femminicidio è stato approvato all’unanimità al Senato con 161 voti favorevoli. Subito dopo è partito un applauso in Aula. Il presidente Ignazio La Russa ha aggiunto: «Sono estremamente lieto di questo risultato che testimonia come sui temi importanti il Senato sappia esprimersi senza distinzioni di appartenenza. Grazie a tutti i senatori e le senatrici». Il ddl passerà ora alla Camera per l’approvazione definitiva. Su richiesta del capogruppo leghista Massimiliano Romeo, il voto si è svolto con il sistema elettronico. 

Cosa prevede il ddl femminicidio e quali sono i cambiamenti

Il ddl femminicidio prevede che il femminicidio diventi un reato a sé stante rispetto all’omicidio volontario, una «fattispecie di reato», si dice in linguaggio giuridico, per il quale è previsto l’ergastolo. Non solo femminicidio, il ddl varato dal Consiglio dei ministri l’8 marzo scorso prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn.



















































Nel precisare il nuovo reato per il quale, ricordiamo, è previsto l’ergastolo, nel testo originario del ddl si definiva «femminicidio» l’omicidio di una donna «quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità». Nel nuovo testo, recependo almeno in parte la critica di eccessiva genericità, la definizione del reo di femminicidio diventa: «Chiunque cagiona la morte di una donna, quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o è conseguenza del rifiuto della stessa di stabilire o mantenere una relazione affettiva ovvero di subire una condizione di soggezione o comunque una limitazione delle sue libertà individuali, imposta o pretesa in ragione della sua condizione di donna, è punito con l’ergastolo».

I cambiamenti sono significativi: sparisce il riferimento alla «repressione dei diritti o dell’espressione della personalità» e si introduce il concetto di «rifiuto»: per parlare di femminicidio l’assassinio deve essere la conseguenza di un rifiuto da parte della donna di «stabilire o mantenere una relazione». La stessa modifica è apportata alle aggravanti previste dalla legge per altri reati (ad esempio maltrattamenti in famiglia, lesioni, stalking).

Il testo del Ddl femminicidio approvato oggi dall’Aula del Senato include degli importanti miglioramenti per gli orfani di femminicidio: bambini, bambine, adolescenti e giovani che si ritrovano, improvvisamente e in circostanze drammatiche, privi di entrambe le figure genitoriali e quindi bisognosi di un sostegno, anche economico, dedicato. «A loro sono destinati dei fondi appositi, e l’ampliamento della platea degli orfani di femminicidio aventi diritto ai benefici già previsti rappresenta un passo avanti nella tutela dei minori», spiega Giorgia D’Errico, Direttrice Relazioni Istituzionali di Save the Children.

«Stiamo mantenendo un’altra promessa-dice il senatore leghista e ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli- il via libera odierno dell’aula del Senato, all’unanimità, per l’introduzione nel codice penale del nuovo articolo 577 bis per prevedere il nuovo reato di femminicidio – come nuova fattispecie da punire con l’ergastolo (per «chiunque cagioni la morte di una donna, commettendo il fatto con atti di discriminazione, di odio o di prevaricazione, ovvero mediante atti di controllo, possesso o dominio verso la vittima in quanto donna») – rappresenta un importante passo avanti nella battaglia contro questa strage quotidiana. Il nuovo articolo 577 bis, una volta approvato definitivamente con il voto della Camera, sarà un importante strumento deterrente per i violenti perché il messaggio che deve passare è quello del `fine pena mai´, sempre e comunque, per chi uccide una donna».

Susanna Donatella Campione, senatrice di Fratelli d’Italia e relatrice in aula sul ddl Femminicidio, parla di un «provvedimento fortemente voluto dal governo Meloni e che, come ha confermato un recente sondaggio, è tra le norme più attese dalla maggioranza degli italiani. Credo che sulla violenza contro le donne la politica non debba dividersi- aggiunge- Auspico che l’iter alla Camera prosegua in maniera altrettanto rapida e condivisa, così da consegnare all’Italia una legge che ci pone all’avanguardia in Europa». La senatrice della Lega Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia al Senato e relatrice del ddl Femminicidio, sottolinea che si tratta di un «intervento di grande importanza perché viene finalmente riconosciuta la gravità della condotta di chi uccide una donna come atto di odio o discriminazione. È una presa di posizione nuova e forte contro chi considera le donne esseri inferiori».

«Quella contro il femminicidio è una guerra. E in questa guerra ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Anche la magistratura- commenta la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli– Troppe volte ci troviamo davanti a sentenze che infliggono una beffa crudele alle vittime, che rischiano di essere uccise due volte. Da oggi la giustizia avrà una voce più chiara. Lo Stato c’è ed è dalla parte delle donne». Anche la capogruppo al Senato di Italia Viva Raffaella Paita accoglie  «l’approvazione all’unanimià del ddl sul femminicidio» come «un segnale importante che il Parlamento ha voluto dare al Paese per contrastare la violenza di genere, che è una vera e propria piaga sociale. L’introduzione del nuovo delitto però non basta, serve un impegno costante sulla prevenzione. Per questo – ha aggiunto Paita – abbiamo chiesto e ottenuto un dibattito apposito in Senato con la ministra Roccella. La prevenzione deve partire dalle scuole e dai giovani». «Sappiamo che il reato in sé non basterà a fermare il fenomeno – ha aggiunto la senatrice del Pd, Anna Rossomando– l’educazione all’affettività e alla sessualità fin dalla scuola primaria e un investimento nella formazione del personale scolastico sono delle priorità e su questi temi è necessario intervenire con un provvedimento di legge su cui non si può attendere oltre». Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, sottolinea in particolare quanto sia «significativo» il voto unanime che «dimostra l’unità delle forze politiche su un tema che ci riguarda tutti». «È vero – aggiunge – che per tutelare i diritti di parità non basta la repressione ma serve anche azione civica ed educazione nelle scuole, ma non possiamo sottovalutare il valore di una legge che aiuterà a cancellare il vecchio `se l’è cercata´ dai tribunali e dal discorso pubblico. Ora – conclude Carfagna – sarà importante approvare quanto prima il testo anche alla Camera». Martina Semenzato, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sui femminicidi, deputata di Coraggio Italia e del Gruppo parlamentare di Noi Moderati, ritiene che la legge approvata oggi, anche se in via non definitiva, sia un «provvedimento complesso che comprende anche la formazione obbligatoria dei magistrati, sanitari e operatori. L’ennesima conferma che l’Italia è in prima linea contro la violenza domestica e di genere». Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S a Palazzo Madama, rivendica l’approvazione di due ordini del giorno: «Con uno impegniamo il governo ad utilizzare ogni strumento utile per ad aumentare i fondi per il sostegno dei centri antiviolenza, anche alla luce del fatto che potranno accogliere anche le vittime minorenni. Con l’altro abbiamo chiesto e ottenuto dal governo un impegno per favorire una più efficiente erogazione dei finanziamenti da parte delle Regioni verso i centri di riabilitazione per uomini maltrattanti. I centri anti violenza e quelli dedicati al trattamento degli uomini violenti sono pilastri del contrasto alla violenza contro le donne, in aggiunta alla repressione».

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23 luglio 2025 ( modifica il 23 luglio 2025 | 16:48)