Lunedì è morto a Chengdu, in Cina, Mattia Debortolis, membro della nazionale italiana di orienteering, una disciplina che consiste nel raggiungere nel più breve tempo possibile delle tappe fisse in un bosco, con l’aiuto di una bussola e di una cartina. Debortolis si era sentito male venerdì mentre partecipava a una gara dei World Games, una competizione internazionale che raggruppa vari sport non previsti alle Olimpiadi. Aveva 29 anni e abitava a Stoccolma, in Svezia, dove lavorava come ingegnere.
Le cause del malore di Debortolis non sono ancora chiare: a un certo punto si era accasciato a terra, durante la gara, ed è stato portato in un ospedale vicino, dove poi è morto. Sembra possibile però che siano legate alle alte temperature, che nel corso delle gare a Chengdu hanno superato i 40 gradi. «Le condizioni erano davvero estreme», ha detto al Corriere della Sera Roberto Pradel, presidente del comitato regionale trentino della Federazione Italiana Sport Orientamento (FISO).
Le gare di orienteering si svolgono perlopiù nei boschi, in primavera e in autunno, in situazioni climatiche molto diverse. D’estate, in Europa, molte gare si corrono nel tardo pomeriggio, proprio per evitare le temperature più alte.