La clip dura appena tre minuti e trenta, ma è più intensa di uno show immobiliare: in pochi clic si entra, si gira lo sguardo, si aprono gli sportelli , si ammirano le curve in plastica termoformata del micro‑bagno e si contempla, in perfetto silenzio digitale, la più famosa cellula abitativa del XX secolo. Il MoMA di New York ha pubblicato su YouTube un video a 360° che permette di esplorare l’interno della capsula A1305, proveniente dalla Nakagin Capsule Tower di Tokyo e ora parte della mostra “The Many Lives of the Nakagin Capsule Tower”, visitabile fino al luglio 2026. Ma la notizia non è solo il video: la capsula si può visitare davvero, dal vivo, in carne e alluminio. È installata nella galleria al piano terra del museo, accessibile gratuitamente e visibile anche da fuori, con il suo oblò originale affacciato sui passanti di Manhattan.
Noritaka Minami. B1004 I, from the series 1972 (2010–22). 2011. Archival pigment print, 20 × 25″ (101.6 × 127 cm)
Il restauro è filologico, l’effetto quasi teatrale. Si entra in questo spazio di neanche dieci metri quadrati e si ha l’impressione di essere ospiti in un’epoca in cui il futuro era una questione di compattezza. Un mini-sistema abitativo perfettamente calibrato, pensato per l’uomo moderno che voleva poco, ma lo voleva subito, in verticale, e senza lavastoviglie. Tra i commenti al video, qualcuno scrive: “No thanks! Human houses for me not prisons”. E in effetti, l’effetto capsula è tutto lì: affascinante e vagamente minaccioso. Ma è anche questo a piacerci: l’idea che basti pochissimo spazio, se progettato bene, per immaginare un altro modo di vivere.
Kisho Kurokawa, Architect & Associates (Tokyo, est. 1962). Nakagin Capsule Tower, Tokyo. 1970–72. Exterior view. 1972.
CHARLY TRIBALLEAU//Getty Images
Nakagin Capsule Tower di Tokyo
E forse questa attrazione crescente verso le capsule giapponesi non è poi così lontana dalla realtà: perché mentre contempliamo il design metabolista degli anni Settanta, le nostre case si fanno sempre più piccole, compresse, riconfigurabili. Cucine a scomparsa, letti contenitore, docce nel corridoio: ci viviamo già dentro, alle capsule. Solo che le chiamiamo monolocali. E il frigorifero è sopra la lavatrice.
Installation view of The Many Lives of the Nakagin Capsule Tower, on view at The Museum of Modern Art, New York, from July 10, 2025, through July 12, 2026
Demolita nel 2022 dopo anni di rinvii e degrado, la Nakagin Capsule Tower è diventata più viva da smontata che da intera. Oggi è feticcio, oggetto di culto, pièce da museo. E, a ben vedere, la capsula A1305 non è solo una reliquia post-metabolista: è anche una piccola macchina teatrale per riflettere sulla casa, la città, la memoria. E pure sulla metratura. La sua forza sta tutta lì, nel contrasto: una capsula pensata per guardare Tokyo che oggi guarda Manhattan, mentre noi guardiamo lei, cercando di capire se ci piacerebbe viverci, o solo fotografarla.
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Sono nato a Napoli, non parlo in terza persona e non curo cose, oggetti, persone o animali. Ho studiato architettura tra il Politecnico di Milano e l’ENSA Paris-Belleville per poi laurearmi in Architettura delle Costruzioni. Mi sono occupato di allestimenti seguendo i progetti di NENDO, scrivo di grandi architetture e sto completando un dottorando in Composizione allo IUAV di Venezia. Nonostante questo, tutto regolare.