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Il profilo “ignoto 3” isolato su una garza usata all’epoca del delitto di Garlasco per prelevare materiale biologico dalla bocca di Chiara Poggi, potrebbe essere frutto di una contaminazione. Lo afferma la Procura di pavia.
Coincide con un altro cadavere
Il Dna parziale e degradato trovato sulla garza utilizzata per effettuare i prelievi nella bocca di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, coincide con quello di un cadavere sottoposto ad autopsia prima dell’omicidio della ventiseienne. Lo svela la stessa Procura di Pavia in una nota. Il confronto con il profilo maschile trovato sulla garza è avvenuto su cinque soggetti maschili e uno «il reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E». Una coincidenza che necessita, spiega nel comunicato il procuratore capo Fabio Napoleone, di nuove verifiche che la Procura affida alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo. In questo senso si potrebbe ricorrere alla riesumazione per risalire al Dna completo dell’uomo morto 18 anni fa per cause naturali.
APPROFONDIMENTI
«A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici».
Lo spiega una nota della procura di Pavia che rende noto il risultato delle analisi comparative, non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani.La contaminazione in sede di autospia
Il risultato della comparazione fatta con «preparati istologici» di cinque maschi la cui autopsia è stata fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi «ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E».
Nuove verifiche
La Procura di Pavia ha affidato nuove verifiche alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo sulle cause della morte di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto del 2007 e per il cui omicidio è ora indagato Andrea Sempio mentre è già stato condannato in via definitiva l’allora fidanzato della ragazza Alberto Stasi. Lo rende noto la stessa Procura di Pavia in una nota.
La garza non sterile
«I consulenti del pm Previderè e Grignani – prosegue il comunicato -, hanno comunicato in estrema sintesi quanto segue: ‘Vagliando, di concerto con la Procura della Repubblica di Pavia, la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell’ambito dell’esame autoptico prodotta dall’utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una ‘garza’, e/o di una pinza utilizzata per ‘trattenere’ tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all’esame autoptico condotto sulla salma di Chiara Poggi'”. La comparazione dei profili aplotipici parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una «concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E». Per i consulenti «tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E». «Per garantire poi una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima – conclude la nota -, sia sul luogo del delitto, la Procura ha incaricato come ulteriore consulente del Pubblico Ministero la professoressa Cristina Cattaneo, Professore ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, figura di riferimento nel campo dell’antropologia e medicina legale.
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