Cincinnati è un posto stupendo, dopo gli Slam questi sono davvero i tornei più importanti – ha detto -. Dopo aver perso nelle qualificazioni ero infastidita, ed ho scoperto del ripescaggio solo il giorno stesso del primo turno. È una sensazione strana: da un lato sembra di aver “imbrogliato”, dall’altro si riesce a giocare più liberi. Spero di giocare spesso così in futuro”, ha concluso.

L’impatto iniziale, per chi sogna una carriera ad alti livelli, non è mai facile. Viverla con leggerezza, ma con l’ambizione di chi – come contro la sorella, da bambine – non sopporta di perdere è un filo sottile su cui Jovic non teme di poter camminare: “Penso di aver imparato molto dai miei genitori sul duro lavoro, e sul fatto che bisogna guadagnarsi tutto ciò che arriva. Sono davvero delle persone straordinarie”, ha puntualizzato.

E per guadagnarsi certe cose, si sa, bisogna essere disposti ad imparare. Un anno fa, Jovic vinceva il Campionato Under 18 americano (USTA 18s National), mentre a giugno, grazie alla vittoria nel WTA 125 di Ilkley, si è guadagnata – appunto – l’ingresso nella Top 100 WTA. Ora, da studentessa diligente, sta tentando lo step successivo. In stagione, tra l’altro, ha già superato il primo turno all’Australian Open e al Roland Garros, sempre fermata da Elena Rybakina. A Wimbledon, invece, si è arresa all’esordio dopo un cammino brillante nelle qualificazioni.

“La transizione dal circuito junior a qui è entusiasmante. C’è una mentalità diversa, tutti lottano per ogni singolo punto”, ha raccontato. “Se abbassi la guardia anche solo un po’, può finire tutto. È a questo che mi sto abituando: dover essere super concentrata in ogni singola partita, a prescindere da chi hai di fronte. Ma penso di stare migliorando in questo aspetto e giocare contro professionisti di altissimo livello ti rende semplicemente una giocatrice migliore. Sono grata di essere qui”.