Un debole, un infido, un ribelle che vuole la rivoluzione, un uomo che si sente tradito, lo strumento consapevole della volontà umana e divina. Sono tanti i volti che la letteratura, il cinema e le altre forme d’arte hanno dato all’apostolo che “vende” Gesù e poi si suicida. Per raccontarlo Giulio Base fa una scelta aperta all’interpretazione della spettatore nel film Il vangelo di Giuda, supportato da un cast che comprende Giancarlo Giannini (voce narrante del protagonista nella versione italiana, in quella francese è Lambert Wilson), Rupert Everett, Tomasz Kot, Paz Vega, Abel Ferrara, Vincenzo Galluzzo (nel ruolo di Gesù), Ada Roncone e John Savage. Il film è al debutto in prima mondiale fuori concorso al Festival di Locarno e sarà distribuito prossimamente in sala da Eagle Pictures. “Avevo già raccontato alcune storie evangeliche (in fiction come San Pietro, ndr) e non ero rimasto completamente soddisfatto – spiega all’ANSA Base, che del film è anche sceneggiatore -. Stavolta più scrivevo e più pensavo al voler fare un viaggio nella mente di Giuda, sentire veramente il flusso della sua coscienza”. Un’idea che nella messa in scena è risolta non mostrando mai l’aspetto del protagonista adulto, prediligendo le riprese in soggettiva, per un racconto affidato ai suoi pensieri ma senza la sua partecipazione ai dialoghi (in aramaico e comunque stringati, per tutti i personaggi).
Per il film, prodotto da Agnus Dei, Minerva Pictures con Rai Cinema in coproduzione con Agresywna Banda e con il contributo di Calabria Film Commission, Base, laureato in lettere moderne e teologia, si è liberamente ispirato ai vangeli (compreso quello apocrifo di Giuda) e ha letto o riletto in fase di preparazione oltre 100 testi, letterari e non sul tema, da Borges a Berto. Da lì sono arrivati gli input anche per l’invenzione cinematografica, che prevale nella parte sulle origini di Giuda, raccontato come figlio di una prostituta, cresciuto in un bordello, diventato omicida da bambino per sottrarsi agli abusi.
Da adulto, diventato a sua volta tenutario del postribolo, decide di abbandonare tutto per seguire Gesù quando il giovane e misterioso ‘guaritore’ salva dalla lapidazione la sorella di Giuda, Maria Maddalena, anche lei prostituta. Tuttavia i sogni, i desideri e le aspettative di Giuda su Gesù si scontrano con realtà sempre difficili da comprendere, fino alla scelta più violenta. “Quello che volevo in qualche modo rappresentare è che Giuda ci siamo tutti noi. Quante volte sbagliamo, quante volte siamo impuri, quante volte nel bene o nel male tradiamo. Il tradimento non è soltanto quello fisico, d’amicizia o di relazione, è anche un tradire se stessi, sbagliare nelle scelte”, sottolinea il regista.
Base, che è reduce dall’uscita in sala a luglio tra critiche e giudizi contrastanti, di Albatross (incentrato su Almerigo Grilz, militante neofascista diventato reporter di guerra, morto in Mozambico nel 1987), nella sua carriera ha affrontato più volte il racconto, per la tv, di figure religiose, da Padre Pio a Giovanni Paolo II. “Erano film che ho fatto con grande gioia ma non venivano da una mia spinta interiore. Questo nasce dalle mie domande su Giuda. È una figura che mi ha sempre intenerito”, perché se nelle Sacre Scritture “c’era un disegno, Giuda ne era parte e quindi per certi versi è incolpevole”.
Un impegno da regista mentre è nel pieno della preparazione anche del Torino Film Festival di cui è direttore artistico, ruolo in cui ha esordito nel 2024 e che ha portato negli ultimi mesi varie polemiche, già respinte dal cineasta, per lo sforamento del budget e la nomina come consulente della moglie di Base, Tiziana Rocca, produttrice, organizzatrice di eventi e, fra gli altri, direttrice del Taormina Film Festival. “Era inevitabile che la mia nomina portasse anche delle polemiche, non piace a tutti Gesù, figurati se posso piacere a tutti io – scherza -. Però forse sono da psicanalizzare in questo senso, perché la mia prima risposta alle critiche, ai titoli brutali, è una risata, non me la prendo. Poi lo spirito critico ben venga, è impossibile fare contenti tutti”.
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