Il dibattito sul Ponte sullo Stretto si è acceso ancora prima che l’opera veda la luce. In occasione di una visita ufficiale a Messina e Villa San Giovanni, il ministro Matteo Salvini ha fornito una stima di pedaggio per le auto compresa tra 4 e 7 euro, sostenendo che si tratterebbe di una cifra più bassa rispetto all’attuale costo della traversata marittima.
La Società Stretto di Messina ha confermato la previsione, presentandola come un importo in grado di garantire la copertura delle spese di gestione e della manutenzione, ordinaria e straordinaria, dell’infrastruttura. Ma non tutti sono dello stesso avviso.
Pedaggio sullo Stretto, le contestazioni degli esperti universitari
La versione fornita dalla società è però finita nel mirino di due accademici: Domenico Gattuso, docente di Pianificazione e Ingegneria dei Trasporti all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, e Guido Signorino, professore di Economia Applicata all’Università di Messina, membri del comitato “Invece del Ponte”.
Secondo i due professori, quanto comunicato ufficialmente si discosta in modo evidente da ciò che è riportato nel Progetto Definitivo e nelle relative valutazioni economiche, creando un quadro ben diverso da quello diffuso al pubblico.
Cosa prevede il progetto ufficiale
Nel capitolo 8 della Relazione di Progetto, dedicato allo scenario previsto per il 2032, viene indicata un’ipotesi di “costo ponte uguale a quello del traghetto”. Quindi, per un’auto il pedaggio corrisponderebbe al prezzo medio della traversata via mare. A una prima lettura, la tabella allegata sembra proporre cifre più contenute, ma ciò avviene solo perché i valori si riferiscono a una singola direzione di viaggio.
Secondo i calcoli degli esperti, le cifre effettive sarebbero in linea con quelle applicate oggi dalla Caronte&Tourist: 38,90 euro per andata e ritorno in giornata, 44,40 euro per rientrare entro tre giorni e 71,40 euro per un ritorno entro 90 giorni. Lontani quindi i 10 euro paventati dal ministro Salvini.
Il nodo del confronto con le autostrade
Per i due autori, la Società Stretto di Messina starebbe diffondendo informazioni fuorvianti per sostenere una certa narrazione politica. Ricordano che, in Italia, il pedaggio autostradale si calcola in base ai chilometri percorsi e che nel 2024 il costo medio oscillava tra 0,075 e 0,089 euro a chilometro.
Facendo un rapido calcolo: con una tariffa minima di 19,1 euro su appena 4 chilometri, il prezzo arriverebbe a circa 4,8 euro a chilometro, quasi sessanta volte superiore rispetto al tratto autostradale più caro del Paese.
Le stime del Codacons e il primato mondiale
Per il Codacons, fissare un pedaggio di circa 10 euro significherebbe trasformare il Ponte sullo Stretto nell’attraversamento più caro al mondo. L’associazione ha fatto due conti riguardo al pedaggio sul Ponte: per percorrere i 3,66 km del ponte si arriverebbe a una media di 2,73 euro a chilometro, mentre sulle autostrade italiane il costo medio è di appena 0,075 euro.
Per dare un’idea, l’Eurotunnel tra Francia e Regno Unito costa 72 euro per poco più di 50 km, pari a 1,42 euro a chilometro. In termini percentuali, la differenza rispetto alle tariffe autostradali nazionali sarebbe di oltre il 3.500%.
La posizione del Governo
A quanto dice il governo, anche ipotizzando un pedaggio di 10 euro, il costo sarebbe comunque inferiore a quello attuale dei traghetti, che parte da circa 45 euro e in alcuni casi supera i 70. Viene inoltre fatto notare, quasi come un favore, che attraversare i trafori alpini del Monte Bianco o del Fréjus costa oltre 50 euro, con un prezzo superiore ai 4 euro a chilometro.
Per i residenti di Sicilia e Calabria sarebbe previsto uno sconto, anche se non è ancora chiaro a quanto ammonterà. La continuità territoriale in Italia però, resta spesso più un argomento da conferenza stampa, visto che gli sconti non sono sempre molto favorevoli.