TREVISO – «Voglio fare solamente l’ecografia, non la mammografia: il mio medico omeopata mi ha detto che non serve e che, anzi, farla è peggio perché fa male». Sono le parole che un dottore si è sentito dire da una paziente di 50 anni andata nel suo ambulatorio all’interno di una clinica della Marca per effettuare degli esami nell’ambito della prevenzione contro il tumore al seno. Lo specialista ha faticato a crederci. Ha provato a spiegare alla donna, in età da screening, che è sempre meglio fidarsi di persone competenti in materia. Ma lei era più che mai convinta. E purtroppo non mancano i casi simili. «Ogni tanto purtroppo si ripropongono», allarga le braccia Alessandro Gava, coordinatore regionale della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, storico ex primario della radioterapia dell’ospedale di Treviso.
APPROFONDIMENTI
LA LILT
«Bisogna partire innanzitutto dicendo che è sempre meglio rivolgersi agli specialisti – mette in chiaro – invece di un omeopata è meglio fare riferimento a un medico che abbia esperienza in questo settore e che sappia quindi decidere come meglio procedere». «Tanto più che in età da screening la mammografia risulta più efficiente e più affidabile», aggiunge. Il riferimento in termini di età è tra i 45 e i 74 anni. Fino all’anno scorso i programmi delle Usl facevano partire lo screening periodico dai 50 anni. Adesso la soglia è stata abbassata di cinque anni. La Lilt consiglia di effettuare una prima mammografia già a 40 anni, fermo restando che la fascia tra i 40 e i 45 anni al momento resta esclusa dalla screening periodico delle Usl. Ma la sostanza non cambia. «Le moderne tecnologie in tomosintesi consentono di fare una serie di scansioni ruotando di 30 gradi attorno al seno – spiega Gava – l’ecografia può andare bene per quanto riguarda le donne giovani se c’è la necessità di valutare ipotesi di cisti o di fibroadenomi. Ma oltre i 45 anni, tanto più se c’è un sospetto, è opportuno fare la mammografia, dato che fornisce dettagli maggiori, consentendo di vedere anche eventuali micro-calcificazioni che possono indicare una trasformazione dei tessuti». Quanto basta per richiamare l’attenzione e far scattare un monitoraggio specifico, se non per procedere direttamente con una biopsia. I timori della paziente sulle radiazioni della mammografia sono di fatto infondati, nonostante quanto sostenuto dal suo medico omeopata. «Sono davvero di basso dosaggio – chiarisce Gava – i rischi, in sostanza, sono molto più bassi rispetto al vantaggio di poter diagnosticare un eventuale tumore in modo precoce».
I NUMERI
Ogni anno nella Marca vengono diagnosticati oltre 800 nuovi tumore al seno. I casi tra le giovani donne sono in leggero aumento. Ma fortunatamente la sopravvivenza continua a crescere: ad oggi ha superato quota 90%. La prevenzione è fondamentale. Poco meno del 20% delle neoplasie si manifestano prima dei 50 anni. Al Ca’ Foncello vengono effettuati più di 650 interventi oncologici all’anno. Circa 300 sono mastectomie. E in tre quarti di queste viene eseguita la ricostruzione immediata, nella stessa seduta operatoria.