di
Irene Soave, da Berlino
Si chiama Rainer Winkler, ha 36 anni, e da quando ha aperto il suo canale YouTube nel 2011 è la vittima di bullismo più famosa in Germania. Sabato un raduno di 4.000 persone nella sua città, Eimskirchen
Quattromila persone nel parcheggio di un supermercato, sotto il sole di agosto, a morire di caldo e sbronzarsi per darsi la carica: quattromila persone con la più stupida e cattiva delle missioni si sono radunate nel fine settimana in Baviera, in un paesino chiamato Emskirchen, per fare quello che fanno periodicamente. Cercare un ex ragazzo, oggi 36 anni, di nome Rainer Winkler, domicilio ora sconosciuto ma nato a Emskirchen, e «farlo nero».
Così la parola d’ordine sui social. Queste «battute di caccia» hanno luogo da dieci anni; da ben prima, dal 2011, Rainer Winkler viene coperto di insulti online perché è «obeso, irascibile e un po’ sempliciotto». Col suo nome d’arte Drachenlord, «signore dei draghi», ha tenuto molto a lungo un profilo YouTube – chiuso ad agosto 2022 – dove parlava di musica metal, videogiochi e sesso. Aveva 80 mila seguaci, ma in Germania lo conoscono in molti di più: il suo nickname, Drachenlord, è diventato il simbolo del cyberbullismo.
Quattromila a dargli la caccia a Emskirchen, sabato: cori da stadio, uno striscione con la sua faccia, urla di insulti. Drachenlord non vive più lì: da quando il suo indirizzo di casa è diventato pubblico online è stato costretto a traslocare con tutta la famiglia, ed è stato per un lungo periodo anche senza fissa dimora.
Tutto è iniziato nel 2011. Rainer Winkler aveva allora 22 anni, e viveva in periferia a Emskirchen. Si apre un account YouTube con il nome Drachenlord1510. Ha subito moltissimo successo, ma di un tipo perverso: migliaia di persone iniziano a seguire il suo account, ma più che per i contenuti per prenderlo in giro. Gli danno del «ciccione», gli affibbiano il soprannome di «orco». Fin qui, Internet da manuale: le sezioni dei commenti di ogni sito e di ogni social sono zeppe di sconosciuti frustrati che non vedono l’ora di accanirsi su uno sconosciuto con qualche visibilità. Nella nostra epoca li chiamiamo hater.
Gli scherzi degli hater a «Drachenlord» sono subito crudelissimi. Una ragazza lo corteggia per mesi, e gli chiede in videochiamata di sposarla. La videochiamata viene trasmessa online, e lei non aspetta nemmeno la risposta per coprirlo di insulti: era tutto uno scherzo.
Lui, a differenza di molte vittime di cyberbullismo, non chiude il profilo e reagisce. A ogni insulto risponde in diretta streaming, citando per nome e cognome gli odiatori che lo insultano a loro volta. Il suo canale diventa presto una sorta di rissa verbale continua. Drachenlord ci mette del suo: è seguace di diverse teorie del complotto, tra cui il negazionismo della Shoah. Sempre furente, finisce per guadagnare dalla situazione: il suo profilo è seguitissimo, il che si traduce in incassi da YouTube, e l’attenzione si moltiplica. Un giorno del 2014, in una diretta in cui si difende da commenti perfidi, invita gli hater a discuterne di persona, e dice il suo indirizzo di casa. È la fine.
Iniziano sette anni di persecuzioni continue, con interventi della polizia locale anche 15 volte al giorno. Sotto casa di Drachenlord si radunano costantemente bulli da tutta la Germania, gli lanciano uova marce, imbrattano la facciata. Lo chiamano «il gioco del drago». Rainer Winkler, nel frattempo 25enne, poi trentenne, sembra un toro che il torero fa impazzire, scrive un diario che ne ricostruisce la vicenda. Nel 2018 un raduno di bulli raggiunge cinquemila persone.
Nel 2021 il giovane perde le staffe: due ragazzi lo insultano, lui rompe una torcia in testa al primo e al secondo lancia un mattone. Finisce in tribunale, a Norimberga, e deve persino pagare i danni ai due, che nel frattempo rilasciano interviste tv ridendo di lui sotto i baffi. Il tribunale chiede una perizia psichiatrica: a Drachenlord viene riconosciuta una disabilità intellettiva.
Non va in prigione, ma vende la sua casa, che gli acquirenti fanno demolire, poi sparisce da Internet e da Emskirchen. Qualche giornale nei mesi a seguire segue la vicenda, nel frattempo Drachenlord è diventato un senzatetto. Da tempo non aveva più né famigliari vicini né amici: i soli rapporti sociali del «signore dei draghi» erano quelli coi suoi persecutori.
Nemmeno essere sparito nel nulla, comunque, è servito a liberare Rainer Winkler dai suoi persecutori. Che periodicamente – come lo scorso sabato, senza che ci fosse nessuna particolare ricorrenza o occasione – si riuniscono per dargli la caccia. Si trovano in due, tre, quattromila a Emskirchen, vanno verso il suo vecchio indirizzo, ci trovano in genere camionette della polizia. Lui non si sa dove sia. I suoi hater non l’hanno dimenticato, si spera viceversa di sì.
12 agosto 2025 ( modifica il 12 agosto 2025 | 15:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA