L’enorme società di sviluppo immobiliare cinese Evergrande ha fatto sapere che lunedì 25 agosto eseguirà il “delisting”, ovvero ritirerà le proprie azioni dalla borsa di Hong Kong, dove è quotata dal 2009. Con questa procedura gli azionisti resteranno comunque proprietari delle azioni, il cui scambio in borsa era già stato sospeso nel gennaio del 2024 a un prezzo inferiore ai 2 centesimi di euro per azione.

Evergrande ha avuto un ruolo importante nella grande crescita economica cinese, ma negli ultimi anni aveva avuto diversi problemi a causa del rallentamento del mercato immobiliare in Cina e delle regolamentazioni più rigide sui livelli di indebitamento imposte dal governo per il settore. A gennaio del 2024 un tribunale di Hong Kong ne aveva ordinato la liquidazione: Evergrande non era stata in grado di fornire un solido piano di ristrutturazione del debito, richiesto dopo il mancato pagamento nel 2021 di un’obbligazione (uno strumento usato dalle aziende per finanziarsi) emessa in dollari. La liquidazione è il processo con cui vengono venduti i beni di una società per ottenere denaro con cui ripagare i creditori.

Si stima che l’azienda abbia un debito di circa 300 miliardi di dollari (quasi 260 miliardi di euro): nei primi 18 mesi la liquidazione ha generato appena 255 milioni di dollari a fronte di richieste da parte dei creditori di circa 45 miliardi di dollari. Per via della grandezza e della complessità dell’azienda, il processo di liquidazione potrebbe durare più di dieci anni.

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