Ci sono 14 milioni di euro in più rispetto al precedente accordo triennale per i privati che offrono le loro prestazioni nell’ambito del servizio sanitario nazionale. Si è tenuta questa mattina la firma dell’accordo da parte delle associazioni rappresentative delle strutture accreditate: secondo l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, il finanziamento rimpinguato consentirà minori tempi d’attesa, “fughe” extra regione ridotte e “la garanzia di standard elevati di qualità, appropriatezza e sicurezza delle cure”.

Proporzioni costanti per 123 milioni

Il budget di base ammonta a oltre 123 milioni di euro, ripartiti tra le diverse aziende sanitarie e i singoli erogatori secondo le stesse proporzioni del triennio 2021-23: si tratta del 5,12 per cento del Fondo sanitario regionale di parte corrente, che potrebbe salire anche del 6 per cento per “specifiche esigenze”. “Una percentuale – questo il commento di Riccardi – inferiore alla gran parte delle altre Regioni, che testimonia come la sanità pubblica in Friuli Venezia Giulia mantenga saldamente il suo ruolo guida e di erogatore dei servizi finalizzati alla domanda di salute dei cittadini”. Le associazioni rappresentative delle strutture private che hanno firmato questa mattina sono Assosalute, l’Associazione ricerca interventi studi, l’ex Associazione italiana ospedalità privata (ora solo “Aiop”) e la sede regionale dell’Associazione nazionale delle istituzioni ambulatoriali private (Anisap).

In regione 35 strutture sanitarie

L’accordo sarà operativo dal 1° gennaio del 2026: della cifra aumentata rispetto allo scorso triennio, circa la metà servirà a fornire prestazioni di ricovero, in particolare sugli interventi di ortopedia e protesici e alla riabilitazione. La parte destinata alle prestazioni ambulatoriali, invece, sarà divisa tra una parte per le prestazioni più carenti e una per quelle “critiche” (come interventi di cataratta, risonanze magnetiche, e Tac): ci sono anche voci dedicate a mobilità sanitaria attiva, attività in aree montane e diagnostica avanzata. In particolare, l’attenzione è andata alle aree in cui la popolazione è più distante dai poli sanitari centrali e le cui cure sono quindi penalizzate: l’obiettivo dichiarato è quindi quello di “facilitare a tutti i pazienti l’accesso ai servizi sanitari, riequilibrando coerentemente il finanziamento in base alla popolazione pesata residente nelle tre aziende sanitarie”. Delle 35 strutture sanitarie che usufruiranno del finanziamento in regione, le più grandi sono il Policlinico triestino, il San Giorgio a Pordenone, il Città di Udine e il Sanatorio triestino: tutte dovranno aderire alle agende dei Centri unici di prenotazione.