Red Bull, quanto lavoro per Mekies
Non si cancellano 20 anni in un giorno, e certamente non si risolvono problemi complessi con una soluzione semplice. Chi credeva che i problemi della Red Bull svanissero sostituendo lo storico team principal Chris Horner con Laurent Mekies si è dovuto ricredere: la Sprint di Spa è stata un abbaglio che solo un assetto favorevole e l’immensa classe di Max Verstappen hanno trasformato in realtà, mentre l’Ungheria ha messo a nudo tutti i difetti della RB21.
All’Hungaroring Verstappen ha lottato con la sua solita aggressività ma non è andato oltre un deludente nono posto, non certo il modo migliore per andare in vacanza. In Red Bull c’è tanto lavoro da svolgere sia per il 2025 sia per il 2026, anno a questo punto fondamentale non solo per indirizzare correttamente il nuovo ciclo tecnico ma anche per convincere Super Max a rispettare il suo contratto, in scadenza nel 2028.
Le parole di Steiner
Per Günther Steiner, Mekies deve rimboccarsi le maniche sin da subito in una fase delicatissima: “La Red Bull è attualmente in declino e non in ascesa. Laurent non è un mago e ha un lavoro enorme davanti a sé, potrebbero volerci anni“, queste le parole dell’altoatesino a web.de. “L’inquietudine in squadra non era una novità, si stava accumulando da oltre un anno e mezzo, con qualcosa di nuovo che emergeva costantemente. E a un certo punto si saranno detti: ‘Ora dobbiamo calmarci’“.
“Le prestazioni non sono più quelle di una volta, Max è insoddisfatto e ovviamente vuoi che sia contento. Ecco perché la Red Bull vuole riposizionarsi. Ma deve cercare di reclutare elementi di alto livello, ed è difficile, perché persone di valore se ne sono andate e si sono trasferite in altre squadre“, ha aggiunto Steiner, che ha poi ricordato l’altra grande montagna che Red Bull dovrà scalare. “Sta costruendo il suo motore con Ford. È un progetto enorme, di certo non funzionerà senza intoppi il primo anno“.